Trump giudicato per quello che farà non per quello che dice di voler fare

Martedì 15 Novembre 2016
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Caro direttore,
leggo da sempre con piacere il Gazzettino, la ringrazio dello spazio che ci dà per esternare bene o male le nostre idee o considerazioni a 360°.

Questa volta non esprimendo nessun giudizio sull'elezioni americane, resto però basito sul ribrezzo e accanimento che ha provato una lettrice sulla pagina dell'altro ieri, riguardo l'elezione del neo presidente americano.

Come può un cittadino italiano scandalizzarsi sull'atteggiamento colorito di un neo presidente, naturalmente non condiviso, di un giovane paese tra i più democratici e forti al mondo, dove bene o male convivono 50 Stati federali molto ma molto più avanti a noi, specialmente nella pubblica amministrazione. Solo al paesaggio, alla gastronomia e alle bellezze culturali noi primeggiamo. Che giudizi così accaniti possiamo dare in casa altrui, visto che siamo tra i paesi più ingovernabili, evasori e corrotti al mondo, con quattro criminalità organizzate?
Siamo severi a casa nostra nel dare giudizi o provare ribrezzo sulla nostra triste realtà! Noi, che non riusciamo ad avere una nazione civile e normale in una Europa disunita, in un continente più vecchio al mondo, invece che unita ed efficiente come quella statunitense.


Francesco Pingitore 
Belluno 




Caro lettore,
quella che si è conclusa la scorsa settimana è stata, dall'una e dall'altra parte, una delle campagne elettorali più violente ed aggressive della recente storia americana. Trump è stato straordinariamente efficace nel cogliere i sentimenti di una parte importante del popolo americano. Ma la propaganda di The Donald è stata, volutamente, assai divisiva su temi delicati e complessi come l'immigrazione, la questione razziale, l'uguaglianza uomo-donna, l'uso delle armi. E' dunque abbastanza comprensibile che molti, dentro e fuori gli Stati Uniti, abbiano vissuto la sua elezione come uno choc. Del resto accettare che le proprie idee vengano sconfitte non è mai facile, soprattutto quando in gioco ci sono valori che si ritengono fondanti e non sindacabili. 
Comunque i politici vanno giudicati per ciò che fanno, non per ciò che dicono di voler fare. E' una regola aurea valida a tutte le latitudini. Vale a maggio ragion per un così anomalo e discusso presidente degli Stati Uniti. 
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