Tricolore calpestato all'arrivo della maratona: la bandiera non sia un elemento di arredo

Martedì 21 Novembre 2017
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Egregio Direttore,
domenica il TG3 Veneto delle 19,30 ha mandato in onda un servizio che mi ha lasciato (io, alpino “praticante”), sconcertato per non dire scandalizzato, per usare con un eufemismo. Il servizio riguardava la maratona che si è tenuta oggi a Verona dove, all’arrivo, è stato steso per terra un lungo Tricolore che tutti gli atleti, per giungere al traguardo, hanno calpestato passandoci sopra, e non solo loro. Se questo è il rispetto che portiamo al simbolo della nostra Nazione, dell’Italia, non stupiamoci di altro... Non so se questo fatto possa configurare il reato o delitto di vilipendio alla Bandiera. Che ne pensa?

Andrea Scandiuzzi
Crocetta del Montello (Treviso)

Caro lettore,
purtroppo non penso sia mancanza di rispetto per la bandiera nazionale, tantomeno scelta ideologica, ma indifferenza. Il che è persino peggio. Agli organizzatori di quella maratona sarà sembrato di avere avuto un’idea originale, di aver creato una scenografia unica, ad effetto. Non si sono neppure per un secondo fermati a riflettere sul fatto che il tricolore non è un elemento di arredo o un’efficace combinazione cromatica con cui addobbare l’arrivo di una competizione. È un simbolo per il quale molte persone hanno dato la vita e che, come tale, va trattato: con deferenza e rispetto. Ma non dobbiamo sorprenderci troppo. Fatta eccezione per qualche evento sportivo, gli italiani non hanno mai avuto una grande passione per i loro simboli. Basti pensare che solo da pochi giorni l’inno di Mameli è ufficialmente diventato inno nazionale. Dal 1946, anno in cui era stato introdotto, ha avuto sempre una vita da precario: veniva suonato in ogni occasione ufficiale, ma ufficiale non era.
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