Tolleranza non significa fingere che tutto sia normale

Domenica 9 Aprile 2017
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Egregio direttore,
sono rimasta sconcertata per l'articolo apparso su Il Gazzettino del 6.4.2017 «Musulmana vestita in piscina». Troppo spazio, a mio avviso, per evidenziare un episodio che, in un mondo normale, non doveva nemmeno essere segnalato. Per me avrebbe suscitato più scalpore e avrebbe meritato l'articolo, se uno avesse preteso di entrare in piscina completamente nudo. A detta del giornalista: una signora musulmana pretende di entrare «completamente vestita in piscina». Ma con quali vestiti? Con quelli che indossava all'entrata nella struttura? Il giornalista non lo dice. Indossando indumenti adatti per entrare in acqua, che pur coprissero tutto il corpo, non vedo niente di tanto strano. Evidenziare inoltre come fatto estremo che il marito della signora in questione con «fare minaccioso si piazzasse a bordo piscina». Sfido chiunque a rimanere indifferente e a non sentirsi infastidito da tanti sguardi. Trovo l'articolo tremendamente razzista, capace solo a fomentare odio in un momento già così difficile ed esprimo tutto il mio dissenso verso il suo scritto, a mio avviso veramente odioso. Tutto questo nulla ha a che vedere con il rivendicare giustamente il volto scoperto, sempre e comunque, e il fermo mantenimento delle nostre tradizioni civili e religiose.
Edith Ellero
Venezia


Cara lettrice,
mi dispiace se qualche passaggio dell'articolo ha urtato la sua sensibilità. Ma definirlo tremendamente razzista mi sembra del tutto fuori luogo. In Italia le donne vanno in piscina indossando un costume da bagno. Se una signora o una ragazza, per motivi religiosi, vuol nuotare o fare talassoterapia interamente coperta e si presenta scortata dal severo marito che vigila sui suoi comportamenti e su quelli degli altri maschi, converrà con me che non è proprio un cosa normale. E se un giornale ne parla non vedo perché debba essere accusato di fomentare odio o sentimenti razzisti. Fa semplicemente informazione. O dovremmo forse censurarci e chiudere gli occhi di fronte a comportamenti che, anche se leciti, non sono certamente abituali per le nostre comunità e il nostro stile di vita? Essere tolleranti e rispettosi degli altri non significa negare le differenze, nè fingere che sia tutto ovvio e normale anche quando non lo è. Al contrario: senza conoscenza, consapevolezza e rispetto reciproco non ci può essere una vera accettazione.
Ultimo aggiornamento: 16:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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