Tav, l'analisi costi-benefici è un paravento: la partita tra Lega e M5S è soltanto politica

Sabato 9 Marzo 2019
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Caro direttore,
l'attuale situazione di stallo, o meglio di contrapposizione, nel governo assomiglia ad uno scontro tra tifosi e tra persone votate al martirio. Si sa che il tifoso e colui che coltiva dei valori irrinunciabili mai saranno disposti al tradimento. Tali principi si possono applicare in ambito politico, dove è lecito ragionare a mente serena ed arrivare al compromesso?
Nel caso dei cinque stelle il o la TAV funziona da valore irrinunciabile che ha determinato gran parte del consenso al movimento. Immagino che si possa fare quasi lo stesso ragionamento per la Lega, parte contraente dell'accordo politico. Senonché, ragionando un poco sulla situazione delle grandi opere e vedendo le valutazioni in ambito europeo e nazionale, viene forte il dubbio che quanto deciso dai 5 stelle abbia un prevalente valore simbolico, quasi un patto di sangue politico, in cui i sentimenti e la lotta per la sopravvivenza vanno al primo posto a scapito del tanto citato bene comune. È singolare, poi, che la valutazione costi e benefici venga considerata scientificamente indiscutibile, mentre in altri campi, come nei vaccini, si applicano altri criteri. Stando così le cose, sarebbe da consigliare di cambiare il tracciato della linea Torino-Lione, renderla anche spropositamente più costosa, cambiare soprattutto la denominazione TAV e cancellare così il valore simbolico dell'opera. Non è che l'aspetto economico sia un punto di secondo piano in tutta la tragica discussione?

Luigi Floriani
Conegliano


Caro lettore,
non ci sono dubbi che lo scontro in atto tra Lega e Movimento 5 Stelle sia tutto politico. La Tav è diventata un totem e ha messo a nudo le differenti e non facilmente conciliabili culture politiche dei due partner di governo. Dire sì all'Alta Velocità Torino-Lione per M5S significa immolare sull'altare dell'alleanza una delle sue battaglie simbolo, rinunciare a un tratto identitario e scontentare molti dei suoi sostenitori, in Piemonte ma non solo. Per la Lega, al contrario, accettare il no alla Tav equivale a deludere il proprio elettorato di riferimento soprattutto al Nord e perdere il ruolo-guida che Salvini ha saputo conquistarsi nella coalizione di governo. Questa è la partita che si sta giocando. L'analisi costi-benefici dell'opera è solo un paravento, il tentativo di dare una legittimazione tecnico-scientifica a una scelta che è invece tutta politica. Anche perché è ormai a tutti chiaro che se l'Italia decidesse di rinunciare alla Torino-Lione perderebbe qualcosa come tre miliardi di euro. Un salasso economico che nessuna analisi costi-benefici sarebbe in grado di giustificare.
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