La sicurezza e la percezione dei cittadini: pochi, piccoli furti possono avere un grande impatto

Domenica 24 Marzo 2019
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Caro direttore, 
in una lettera il signor Renzo Bulbarella afferma che l'insicurezza dimostrata degli italiani non sarebbe giustificata in quanto gli omicidi dal 1985 al 2016 sono in calo e precisa che essendo diminuiti in particolare gli omicidi di mafia e quelli collegati alla criminalità comune, risulterebbe evidente lo scollamento tra dati reali e percezioni degli italiani. 
Peccato che si limiti solo ai dati relativi agli omicidi e nessun dato afferente ad altri reati venga riportato! Mi permetto di richiamare, per ciò che riguarda gli anni 2016/2017 e 2017/2018 i dati relativi al Veneto e pubblicati proprio dal Gazzettino.
Una tabella riassume che fra i reati rientranti nella sfera della violenza e quindi della sicurezza individuale sono diminuiti gli omicidi, gli scippi e i furti in abitazione, sono rimaste quasi inalterate le rapine mentre sono aumentati i tentati omicidi, i reati per crimine organizzato i reati per droga e le violenze sessuali. Lascio ai lettori ogni considerazione.
Personalmente non temo la mafia, ma temo di essere derubato ed aggredito anche con la mia famiglia, nella mia casa, nella mia intimità da parte della cosiddetta micro criminalità oggi indiscutibilmente particolarmente diffusa e violenta. E questo lo posso tranquillamente affermare per esperienza diretta.


Distinti saluti
G.B.Mogliano Veneto
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Caro lettore, 
la sicurezza non è una scienza esatta. I dati periodicamente forniti dalle forze dell'ordine e dalla magistratura sul numero di reati e sulla loro tipologia, indagano solo una parte della questione. Sono ovviamente importanti, anzi molto importanti perché misurano l'efficacia delle politiche di contrasto alla criminalità grande e piccola. 

Ma la sicurezza non è solo un fatto di numeri. Questi rappresentano la parte razionale e, appunto, misurabile del problema. C'è però un altro aspetto da considerare che non è meno importante: la percezione di sicurezza che i cittadini hanno, cioè quanto si sentono sicuri e tutelati. Dentro e fuori le loro case. Ed è questo oggi il nervo scoperto della nostra società. 

La crescita e la diffusione della microcriminalità hanno accresciuto il senso di insicurezza e precarietà delle persone. Che non è e non può essere compensato dai successi delle forze dell'ordine contro il grande crimine e la mafia. Siamo su due piani diversi.

Un'inchiesta che consente di sgominare un clan che si era impadronito di un territorio è un'operazione che ha un impatto molto rilevante anche sul piano sociale ed economico. Ma una serie di furti, pur di scarsa entità, in un quartiere finisce per avere un impatto superiore sui cittadini e sulla loro personale percezione di sicurezza. 

E sbaglia quella politica che sottovaluta questo aspetto o lo considera il semplice effetto di campagne mediatiche. È una chiave di lettura che certifica il distacco dalla società e dalla vita reale.
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