L'ingovernabilità odierna non è "colpa" del risultato del referendum istituzionale

Martedì 13 Marzo 2018
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Egregio direttore,
i nodi vengono al pettine, il 4 dicembre 2016 i partiti vincitori delle elezioni del 4 marzo 2018 avevano invitato i cittadini italiani a votare NO alle riforme istituzionali riguardanti l'eliminazione del Senato delle province e una nuova legge elettorale l'Italicum che come impostazione seguiva il sistema per l'elezione dei sindaci: primo turno con sistema proporzionale e sbarramento, secondo turno con ballottaggio tra il primo e secondo arrivato ed elezione certa di chi governa il paese Era chiaro che bocciando questa riforma l'Italia sarebbe tornata nel caos dell'ingovernabilità come puntualmente è successo, abbiamo un primato mondiale: 64 governi in 70 anni. Noi Cittadini per il SI abbiamo votato SI a quella riforma di innovazione non per fare un favore a Renzi ma perché quella riforma dava stabilità ai governi a venire indipendentemente da Renzi stesso. Essere sempre Contro e mai Per porta al disastro attuale voluto dai partiti vincitori delle ultime elezioni e dalla maggioranza dei cittadini italiani che li hanno votati e ha come risultato l'ingovernabilità e l'instabilità. Meditate, meditate sul referendum del 4 dicembre e sulle elezioni del 4 marzo, sui risultati prodotti senza scaricare sempre le colpe dei nostri guai ai politici, all'Euro, all'Europa.


Pierino Barattin e altri cittadini

Cari lettori,
la politica non si fa con i se e con i ma.
E il destino di piccole e grandi riforme non può essere disgiunto da chi le ha promosse e sostenute. Al referendum istituzionale del 4 dicembre 2016 il No stravinse perchè Matteo Renzi volle trasformare quel voto in qualcosa di diverso: in un plebiscito su se stesso e ne uscì seccamente sconfitto. Non sono gli elettori ad aver voluto votare Contro, ma l'ex presidente del consiglio ad aver chiesto un voto Pro o Contro di lui. Con i risultati che conosciamo. L'Italicum era un sistema elettorale certamente più efficace di quello attuale, ma è stato Renzi il suo primo nemico. Come il voto dello scorso 4 marzo ha ampiamente certificato, l'ex leader del Pd non aveva capito di essere minoranza nel paese. Ha pensato di poter imporre un nuovo assetto istituzionale senza avere i numeri necessari. Ma in politica i numeri non sono un dettaglio, ma la base su cui costruire strategie e riforme. Le ragioni dell'ingovernabilità attuale vanno anche ricercate in quegli errori.
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