Referendum trasformato in "Lascia o raddoppia"

Sabato 19 Novembre 2016
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Caro Direttore,
fa specie un Berlusconi paladino del No in compagnia dei suoi aguzzini, contro una riforma costituzionale al vaglio d'un referendum che avrebbe difeso coi denti se si trovasse al posto di Renzi. Perché non restare coerenti con se stessi per una volta pur nella cattiva sorte e votarla, anziché osteggiarla con argomenti deboli che mettono in risalto ben altro di meno commendevole che un'ideale difesa di principi irrinunciabili. Nemmeno suppongo che in cuor suo sia persuaso che con la vittoria del No, l'eterogenea coalizione ne approverà una migliore e condivisa in tempi brevi.
Mi sbaglierò, ma prevedo se accadrà che l'attesa sarà lunga, tormentata e inconcludente. Questa la ragione per cui, pur non avendo nulla in comune con l'Ad della ditta promotrice, appoggerò il Sì che è meglio del niente se vincesse il No.

Renzo Nalon

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Caro lettore,
qualcuno ha detto che in politica la coerenza è spesso solo mancanza di fantasia, quindi non è il caso di sorprendersi per giravolte, cambi di posto o di campo. Nel caso del voto del 4 dicembre sulla riforma costituzionale mi sembra però di poter dire che il problema sia un po' diverso. Il referendum sulla riforma costituzionale è stato, in larga parte, snaturato e trasformato in qualcosa di diverso. Renzi per primo, i suoi avversari poi, lo hanno caricato di un valore politico talmente alto e definitivo che, per molti, alla fine, ha prevalso lo coerenza di schieramento su quella dei contenuti. Questo vale per Berlusconi e altri leader politici, ma anche molti cittadini dell'una e dell'altra parte politica. In tanti voteranno non tanto per abolire il Cnel e il Senato elettivo o, al contrario, per mantenere gli attuali poteri delle Regioni. Andranno alle urne avendo come principale motivazione quella di rafforzare o sfiduciare Renzi e il suo governo.
Insomma più che un referendum parteciperemo a un gigantesco Lascia o raddoppia. Naturalmente i contenuti della riforma, se approvati o respinti, non avranno alcun concreto impatto sugli attuali equilibri di governo. Ma questo ormai è un dettaglio.
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