Egregio direttore,
il titolo su Libero Patata bollente ha comportato vivaci dibattiti con al centro Vittorio Feltri, responsabile della pubblicazione.
Ho seguito la trasmissione televisiva Otto e mezzo interamente dedicata al tema. Dopo un avvio prudente, finalmente e con qualche incertezza, uno dei partecipanti al dibattito ha ricordato il significato che in talune occasioni viene attribuito al termine patata.
Abbattuto il muro, la conversazione è continuata con vivaci e meravigliati interventi con critiche al direttore Feltri, alla libertà di informazione, al coinvolgimenti della Magistratura, a significati pornografici, eccetera.
Il dibattito si è avviato al termine stancamente senza che venisse più pronunciato il termine patata,
Finita la trasmissione, ho fatto una carrellata per individuare qualche interessante programma: con meraviglia ho notato che i programmi di prima serata di La7 comprendevano il telefilm La patata bollente. Semplice coincidenza?
Luigi Fistarollo
Mira (Ve)
Caro lettore,
il titolo di Libero è stato, come prima cosa, un capolavoro politico al contrario. Ricorrendo a un pesante gioco di parole, Libero voleva mettere alla berlina Virginia Raggi. È riuscito invece in un'impresa che sembrava impossibile: creare intorno alla debole sindaca di Roma una rete di solidarietà trasversale.
Dopodiché, come ha anche ricordato Mario Aiello sul nostro giornale, la furibonda reazione dei 5 Stelle di fronte al titolo di Feltri trasuda molta ipocrisia: non ricordiamo infatti parole grondanti di sdegno di Di Maio o di altri esponenti grillini quando si sprecavano battute e ironie pesanti a sfondo sessuale sul ministro Boschi o su qualche deputata berlusconiana.
Anzi ricordiamo spesso esponenti pentastellati esibirsi in grevi allusioni e offese nei confronti degli avversari politici. Tutto ciò non rende meno fuori luogo il titolo di Libero. Ma l'indignazione per essere credibile non dovrebbe funzionare a corrente alternata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA il titolo su Libero Patata bollente ha comportato vivaci dibattiti con al centro Vittorio Feltri, responsabile della pubblicazione.
Ho seguito la trasmissione televisiva Otto e mezzo interamente dedicata al tema. Dopo un avvio prudente, finalmente e con qualche incertezza, uno dei partecipanti al dibattito ha ricordato il significato che in talune occasioni viene attribuito al termine patata.
Abbattuto il muro, la conversazione è continuata con vivaci e meravigliati interventi con critiche al direttore Feltri, alla libertà di informazione, al coinvolgimenti della Magistratura, a significati pornografici, eccetera.
Il dibattito si è avviato al termine stancamente senza che venisse più pronunciato il termine patata,
Finita la trasmissione, ho fatto una carrellata per individuare qualche interessante programma: con meraviglia ho notato che i programmi di prima serata di La7 comprendevano il telefilm La patata bollente. Semplice coincidenza?
Luigi Fistarollo
Mira (Ve)
Caro lettore,
il titolo di Libero è stato, come prima cosa, un capolavoro politico al contrario. Ricorrendo a un pesante gioco di parole, Libero voleva mettere alla berlina Virginia Raggi. È riuscito invece in un'impresa che sembrava impossibile: creare intorno alla debole sindaca di Roma una rete di solidarietà trasversale.
Dopodiché, come ha anche ricordato Mario Aiello sul nostro giornale, la furibonda reazione dei 5 Stelle di fronte al titolo di Feltri trasuda molta ipocrisia: non ricordiamo infatti parole grondanti di sdegno di Di Maio o di altri esponenti grillini quando si sprecavano battute e ironie pesanti a sfondo sessuale sul ministro Boschi o su qualche deputata berlusconiana.
Anzi ricordiamo spesso esponenti pentastellati esibirsi in grevi allusioni e offese nei confronti degli avversari politici. Tutto ciò non rende meno fuori luogo il titolo di Libero. Ma l'indignazione per essere credibile non dovrebbe funzionare a corrente alternata.