La qualità dei politici non dipende solo da loro

Venerdì 12 Maggio 2017
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Gentile Direttore,
trovo sbagliato che Lei abbia pubblicato la lettera di Emiliano Andreis con insulti (immaturi) rivolti agli elettori di Renzi. Se è legittimo esprimere la propria opinione, non lo è l'offesa. Poco prima, rispondendo ad un lettore, Lei scriveva che trova sconcertante l'inadeguatezza e l'irrisolutezza con cui viene affrontata la crisi politica. Credo che questo non debba meravigliare più di tanto, la classe dirigente è l'espressione di un popolo che da troppo tempo si limita a tifare.
Se ne uscirà quando avremo compreso che anche nel giudicare c'è bisogno di conoscenza. Con la scarsità di giornali letti e il livello di cultura che ci ritroviamo, la vedo dura.


Luciano Damelico
Roncade (Tv)


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Caro lettore,
questa rubrica è uno spazio libero, dove talvolta i giudizi sono espressi con un po' di partigianeria e un eccesso di franchezza. Ma non credo che il lettore Andreis volesse insultare nessuno. Ha espresso le sue opinioni in modo molto diretto. Se comunque qualcuno si è sentito offeso me ne scuso. Concordo invece con lei quando afferma che le classi dirigenti sono lo specchio di un Paese. Nel bene, ma soprattutto nel male.
Spesso in Italia ci siamo cullati nell'illusione o nel dogma che esistesse una società civile eticamente, se non culturalmente, superiore alla classe dirigente politica che si era data. La realtà ha dimostrato che non è quasi mai così.
Il vuoto di leadership che caratterizza oggi il nostro Paese non è uno scherzo del destino cinico e baro. Ma è l'inevitabile risultato di un impoverimento complessivo del Paese che queste élite, e non altre, riesce a produrre.
Una nazione rannicchiata su se stessa, com'è oggi l'Italia, ben difficilmente riesce a dar vita a una classe dirigente capace di visioni e di sfide coraggiose. E se ciò accade non è solo colpa della politica.
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