Quattro domande (non scontate) sulle tre Procure siciliane che indagano sul caso della nave Diciotti

Venerdì 24 Agosto 2018
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Egregio Direttore,
l'attenzione dei media è principalmente rivolta in direzione delle sciagure e calamità per cui il nostro Paese ci ha abituato. Tra tutte emerge la questione della nave Diciotti della Guardia Costiera carica di migranti. Ciò che mi colpisce è che ben tre Procure (Agrigento, Catania e Palermo) abbiano aperto un fascicolo contro ignoti, ma è palese che il soggetto in causa è l'attuale Ministro dell'Interno nonché vice-premier. Tra gli altri reati è ipotizzato quello di sequestro di persona. Come mai tre Procure? Ci saranno tre indagini e processi? Quale la Procura competente? Non c'è prevaricazione? Cosa succede se per ipotesi una Procura archivia per la non sussitenza di reato mentre per un'altra l'accusa fosse portata avanti?


Celeste Balcon
Belluno


Caro lettore,
laddove ravvisi possibili estremi di reato, la magistratura è libera di aprire le indagini che ritiene più opportune. Evidentemente tutte e tre le Procure siciliane hanno ritenuto che si fossero le condizioni per aprire un fascicolo sul caso della nave Diciotti e si sono mosse. La vicenda fa sorgere però alcune, naturali domande. E' normale che ben tre Procure, situate peraltro in territori ad alta densità mafiosa e quindi verosimilmente assai impegnate, decidano in singolare sintonia, ma senza consultarsi, di aprire un'inchiesta sulla stessa vicenda, ossia il destino dei migranti che sono a bordo della Diciotti? Non è un po' singolare che il fascicolo aperto sia contro ignoti quando è evidente a tutti l'obiettivo delle indagini? Non è una contraddizione il fatto che un ministro degli Interni che non vuole fare sbarcare sul territorio italiano immigrati clandestini, la cui presenza sul territorio nazionale è dunque contraria alle leggi italiane, possa essere messo sotto accusa dalla magistratura italiana? Infine: su una vicenda così complessa e controversa, che vede divisa la stessa maggioranza di governo, non siamo di fronte al tentativo di alcuni magistrati di sostituirsi alla politica? Ma forse queste domande ce le facciamo solo noi.
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