​Migranti, il governo deve parlare con una voce sola

Venerdì 11 Agosto 2017
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Caro direttore,
sembra proprio che prendere una decisione e mantenerla nel tempo, in Italia sia chiedere troppo. Mi riferisco a quanto stabilito nei confronti delle Ong dal ministro Minniti, criticato poi dal ministro Delrio. Se non era d'accordo, aveva l' obbligo di tacere o di dare le dimissioni e non di mettere in difficoltà il collega che con fatica sta cercando di mettere ordine ad un problema che ci sta sommergendo. Lasciamo che sia la Chiesa a dire che bisogna accogliere tutti. Lo Stato ha il dovere di capire e di decidere. Bene ha fatto il Presidente Mattarella a confermare il suo appoggio al Governo e a Minniti.


Gino De Carli
Soranzen (BL)


Caro lettore, 
il ministro Minniti sul fronte dell'immigrazione sta cercando di far adottare al governo misure che da tempo avrebbero dovuto essere messe in campo e che colpevolmente non sono state mai prese. Quello dei rapporti con le Ong è solo uno dei fronti aperti anche se particolarmente delicato sul piano politico. Minniti si muove con determinazione e anche coraggio incontrando però dentro lo stesso consiglio dei ministri ostacoli e riserve. Questo accade per una duplice ragione: su un tema cruciale come l'immigrazione l'esecutivo Gentiloni è diviso e la linea del Pd, cioè del partito di maggioranza, è tutt'altro che chiara e univoca. E questo non fa che rendere difficile l'azione di Minniti. Sul caso Ong, per evitare conseguenze alla tenuta del governo, è intervenuto il presidente della Repubblica che ha sminato il conflitto con Delrio ma non si può sempre fare affidamento all'autorevole voce del Quirinale. Su un tema come questo il governo ha il dovere di avere una sola linea, chiara e sostenuta con la necessaria fermezza.
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