Il tema dei migranti peserà anche sulle scelte degli elettori

Venerdì 4 Novembre 2016
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Caro direttore,
come si legge nel Gazzettino è un gran cosa la distinzione che fa Papa Francesco tra migranti economici, profughi e rifugiati. Con i primi si deve usare la dovuta prudenza e quindi il rispetto di determinate regole. Una cosa importante perché da una accoglienza senza condizioni, si passa ora a una visione più realistica, o meglio alla gestione di un fenomeno assai complesso. Aspetto questo in ombra non solo in larga parte nel mondo della Chiesa, ma anche della politica. Viene a galla il solito interrogativo? Quanti immigrati possiamo accogliere?

Ognuno metterà l'asticella a seconda della propria cultura e convenienza. Dovendo affrontare il fenomeno migratorio in termini di gestione, occorre adottare un passo diverso anche da parte dello Stato, pensare che l'accoglienza si fa in due, che gli immigrati hanno dei diritti, ma anche dei doveri, come quello di cercare un approccio umano con il Paese di accoglienza. Che cosa sarebbe successo a Gorino se una delle dieci donne si fosse presentata raccontando un po' la propria storia e chiedendo di essere accolta nella comunità paesana?


Luigi Floriani
Conegliano (Tv) 


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Caro lettore,
come ha ben scritto ieri sul Gazzettino Ulderico Bernardi, ogni discorso sull'immigrazione rischia di avere poco senso se prima non rispondiamo ad alcune domande forse scomode ma decisive: quanti migranti possiamo o siamo disposti ad accogliere in Italia? Quante risorse economiche possiamo o diamo disposti a destinare all'accoglienza dei migranti? Quanti posti di lavoro, quanti posti in ospedale, quanti posti a scuola e negli asili saremo in grado o saremo disposti a mettere a disposizione per garantire un'accoglienza e un'integrazione degne di questo nome? Sono quesiti semplici ma insieme estremamente complessi, a cui la politica innanzitutto deve però provare a dare risposte: chiare e concrete. E a misurarsi su di esse.

Oggi l'Italia è come sospesa in attesa dell'esito del referendum del 4 dicembre sulle riforme istituzionali. Ma qualunque sia l'esito delle urne, dal 5 dicembre in poi e per molto tempo ancora, il tema dei migranti avrà un peso sempre maggiore e orienterà in modo importante anche le scelte degli elettori. Non tutti sembrano averlo ben chiaro. 
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