Magliette rosse, ogni protesta è legittima ma non va confusa con la solidarietà

Martedì 10 Luglio 2018
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Caro direttore, 
è bello che gli italiani siano sempre solidali con i più deboli e con chi soffre. E lo manifestano anche in maniera visibile per sensibilizzare la pubblica opinione. Si indossano magliette rosse nelle darsene in cui approdano i rifugiati. Sono certo che la medesima solidarietà verrà espressa anche nei confronti dei controllori e degli altri lavoratori che giornalmente sono minacciati, morsi, aggrediti, picchiati e sputacchiati dai fuorilegge violenti che pretendono di viaggiare su bus, tram e treni senza pagare il biglietto. Come invece fanno regolarmente i lavoratori e gli studenti. Quindi tutti con la maglietta rossa alla fermata del tram in segno di solidarietà con i lavoratori del trasporto pubblico! Dove ci troviamo?

Luigi Barbieri

Caro lettore,
ciascuno decide di manifestare come può e come vuole la sua personale quota di civile indignazione e di umana solidarietà. E in democrazia tutte le forme di protesta, se si mantengono nell'ambito di ciò che prevede la legge, meritano rispetto. Nel caso della protesta delle magliette rosse non userei però la parola solidarietà. La solidarietà è un darsi gratuito e disinteressato. Chi ha scelto di indossare le magliette rosse più che a favore di qualcuno (profughi e rifugiati) manifestava contro qualcun altro (Salvini?). Anche questo naturalmente è legittimo. Basta però chiamare le cose con il loro nome. Ci sono molte persone che quotidianamente spendono il loro tempo e le loro energie a favore di chi soffre, siano essi stranieri o italiani. Senza sentire il bisogno di indossare nessuna maglietta. Rossa, gialla o verde.
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