Magistrati fuori dalla politica ma la giustizia va riformata

Giovedì 28 Aprile 2016
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Egregio direttore, ho letto l'intervista sul Corriere della Sera di Piercamillo Davigo, presidente dell'Associazione nazionale magistrati, dalla quale emergono una serie di considerazioni e critiche generiche ai partiti e loro rappresentanti che, dato il ruolo che ricopre il magistrato, ho trovato inopportune e prive di cautela. Il magistrato veneziano Carlo Nordio, che scrive sul Gazzettino, dimostra invece di essere equilibrato e anche critico verso chi esce dal delicato ruolo di magistrato cercando visibilità e protagonismo fuori dal ruolo istituzionale. Bene ha fatto il premier Renzi a non replicare, perchè, a volte, la migliore risposta è il silenzio, quando le affermazioni sono solo alimentate da banale populismo permeato da riferimenti a tangentopoli del 1992. Il ruolo del Governo è quello di far funzionare L'Italia quello dei magistrati è lavorare sulle loro competenze, migliorando, in primis, i tempi delle sentenze.

Franco Polesel
Mestre



Caro lettore, è vero: molti magistrati dovrebbero preoccuparsi di fare inchieste ed emettere sentenze, senza assegnarsi funzioni salvifiche rispetto ai destini della società. E non dovrebbero farsi tentare dalla politica: nè prima, cioè quando ancora esercitano le loro funzioni, nè dopo. Ma i politici, prima o poi, dovrebbero trovare il coraggio di fare una vera e seria riforma della giustizia. Altrimenti continueremo a discutere, a polemizzare, a riempire pagine di giornali di interviste e repliche, ma la situazione non cambierà mai.
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