Renzi e la riforma del lavoro,
quello strappo (forse) salutare

Venerdì 10 Ottobre 2014
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Caro direttore,

in una democrazia è giusto che sia la maggioranza a decidere per tutti. Ma se è la maggioranza di una maggioranza è ancora democrazia? E ancora: se è la maggioranza di una maggioranza di una maggioranza ecc. ecc. è ancora democrazia? Bel problema, vero? Eppure… Secondo lei che cosa è successo l'altra notte in Senato?


Pasquale Rampazzo

Padova



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Caro lettore, non è così difficile rispondere al suo primo quesito: la democrazia è un sistema di governo e di rappresentanza altamente imperfetto dove, molto spesso, minoranze organizzate, ancorchè legittimamente elette, prevalgono sulla maggioranza dei cittadini. Può apparire ingiusto e, in una certa misura, lo è. Ma, come ha scritto un grande pensatore come Karl Popper "Il nostro mondo, il mondo delle democrazie occidentali, non è certamente il migliore dei mondi pensabili o logicamente possibili, ma è il migliore di tutti i mondi politici della cui esistenza storica siamo a conoscenza". Ed è bene non scordarselo mai. Al secondo quesito che lei pone, azzardo questa risposta. Ho l'impressione che l'altra notte in Senato, durante la discussione della riforma del lavoro, al di là del clima da Far West e degli stessi contenuti del provvedimento votato all'una di notte, si sia consumato uno strappo. E' stato sottratto alle sinistre politiche e sindacali (minoranze, appunto) quel potere di veto che per decenni ne ha legittimato il potere, condizionando il destino di questo Paese. O meglio: questo è ciò che vorrei fosse accaduto. Se ho confuso le speranze con la realtà dei fatti lo scopriremo comunque molto presto.
Ultimo aggiornamento: 16:56

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