Bullismo: e se cominciassimo a punire non solo i ragazzi ma anche i genitori?

Martedì 20 Marzo 2018
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Caro direttore,
per cercare di affrontare seriamente il problema del branco, delle baby-gang, ovvero dei probabili futuri delinquenti, bisognerebbe coinvolgere in primis la responsabilità dei genitori sul piano civile e sul piano penale perché non è possibile che gli stessi si defilino ogni qualvolta i loro cari figlioli minori vengono coinvolti in azioni violente verso le persone o le cose. Non è possibile che un genitore non sappia, peggio si disinteressi di cosa fa, dove va o come passa la giornata, la serata per non dire la nottata, un ragazzo minorenne, sfuggendo così a qualsiasi controllo. Negli stadi di calcio è stato inventato il Daspo, ora perché non trasferire debitamente rimodulata questa procedura a quei ragazzi che hanno dato o danno segnali inequivocabili di malessere: per esempio perché non sottoporre a una specie di coprifuoco serale o chiamatelo come volete, sotto la responsabile vigilanza dei genitori? Immagino non sia facile, ma cominciare a rifletterci su sarebbe necessario e finiamola con il classico e monotono buonismo, con la solita frase in fondo sono solo ragazzi: sì è vero, sotto i 14 anni sono addirittura non perseguibili, ma i loro genitori invece sì.

Sergio Scarpa
Venezia

Caro lettore,
forse avrà letto ciò che è accaduto durante la gita scolastica di una terza liceo scientifico di Cuneo. Lo ricordo brevemente: 15 studenti si sono ritrovati in una camera e uno di loro, già ubriaco, è stato spogliato, denudato, depilato e decorato in vari modi. Un vero e proprio atto di bullismo che, in quanto tale, è stato anche debitamente filmato. Quando il video è giunto nelle mani della preside del liceo sono scattate le ovvie punizioni. Dieci ragazzi sono stati sospesi per due settimane con il 4 in condotta. Ebbene, sa cosa è successo? Che i genitori dei 10 ragazzi, temendo la bocciatura dei loro figli a causa del 4 in condotta, hanno fatto subito ricorso contro il provvedimento. Non si sono preoccupati della gravità del comportamento dei loro figli e di ciò che aveva patito (e patirà)il ragazzo bullizzato. No, per loro era importante che i propri figli non perdessero l'anno scolastico. Che avessero perso il bene dell'intelletto, evidentemente, era del tutto secondario. Questo episodio mi ha ricordato che in una cittadina dello stato di New York, North Tonawanda, il consiglio comunale ha approvato una legge in base alla quale se uno studente minorenne si macchia di un atto di bullismo per due volte nell'arco di 90 giorni i genitori saranno condannati a due settimane di prigione e al pagamento di una multa di 250 dollari. Forse si potrebbe pensare a qualcosa di simile anche in Italia.
 
Ultimo aggiornamento: 16:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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