Isis, in Europa non possiamo permetterci di perdere tempo

Martedì 6 Giugno 2017
11
Caro direttore,
dopo tanti attentati terroristici e altrettanti tentativi di contrastare tale drammatico fenomeno, ci si può domandare a chi spettano la vittoria o la sconfitta. Oppure se siamo in un una guerra di trincea prossimi ad un decisivo sfondamento determinato dal crollo del Califfato. A mio modesto parere, la sconfitta o la vittoria dipendono dai punti di vista. Se facciamo attenzione ai nostri cambiamenti di vita, dobbiamo registrare una decisiva sconfitta e la chiara vittoria dell'avversario. Le misure di sicurezza imposte in tutti i settori della vita sociale, a cominciare dai viaggi e dalle più tradizionali manifestazioni della vita civile, le limitazioni diffuse anche nei minimi particolari della vita sociale ed individuale, la conseguente paura generata negli animi di tutti noi... ci fanno dire che una sparuta fazione di criminali o invasati, disposti a tutto, sono riusciti ad imporre i loro obiettivi.
Luigi Floriani
Conegliano



Caro lettore,
mentre contiamo le vittime e i feriti dell'ultimo attentato, gli esperti ci dicono che stiamo vincendo la guerra con l'Isis. So che può sembrare paradossale, ma gli studiosi di geopolitica e di terrorismo internazionale ci spiegano che nei suoi territori il Califfato sta patendo sconfitte su sconfitte ed è costretto ad arretrare. Probabilmente nei prossimi giorni anche la sua roccaforte siriana, Raqqa, verrà attaccata e forse cadrà. Ma proprio questa debolezza sarebbe all'origine della feroce sequenza di attacchi in Europa degli ultimi tempi: l'Isis, come un leone ferito, reagisce rabbiosamente, usando tutte le armi che ha a disposizione. E colpisce dovunque può e con qualsiasi mezzo: in Gran Bretagna, in Francia, in Germania. Lo ha fatto e lo farà ancora. C'è però un problema: mentre è chiaro a tutti che in Siria si sta combattendo una vera guerra, con tutto ciò che questo comporta, in Europa questa consapevolezza fa ancora fatica a concretizzarsi. Eppure noi siamo l'avamposto più delicato e vulnerabile di questo conflitto. Quello più esposto e anche più facile da colpire. E se siamo in guerra, dobbiamo accettarne le regole e i costi. I nemici e chi simpatizza per loro devono essere messi in condizioni di non nuocere. Se è stato necessario l'ultimo attentato a Londra per fare dire alla premier inglese May: «Ora basta, abbiamo tollerato fin troppo«, vuol dire che abbiamo già perso tempo prezioso. E non possiamo più permettercelo.
Ultimo aggiornamento: 18:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci