In Campidoglio i grillini si giocano la credibilità

Mercoledì 6 Luglio 2016
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Egregio direttore,
la neo sindaca di Roma, eletta a furor di popolo romano visti i pessimi risultati delle giunte precedenti, aveva promesso che il giorno del ballottaggio avrebbe presentato la sua giunta. Questo non è avvenuto, ed ora dopo quasi venti giorni dalla plebiscitaria elezione, della giunta romana nulla si sa. Si conoscono invece trame, gelosie, colpi bassi e sgambetti vari all'interno del movimento Cinque Stelle romano e nazionale, appunto per nominare questo o quel personaggio, o per sbarrare la strada al compagno di partito nemico o comunque di altra cordata. Insomma una storia già vista con la giunta Alemanno e con quella Marino. Ora è ovviamente presto per parlare dei nuovi governanti di Roma, e sarebbe ingiusto e ingeneroso giudicarli, ma se il buongiorno si vede dal mattino... Forse serve una lezione ai grillini precisini e perfettini, e sarà utile per il futuro. Pensare di essere gli unici onesti e capaci è assai pericoloso, e la politica è una bestia difficile, assetata di potere soldi cariche e prebende. E'assurdo pensare che le altre forze politiche siano interamente composte di disonesti ed incapaci, mentre solo i Cinque Stelle sarebbero concentrato di disinteresse personale, onestà e capacità: non è così, e chi lo pensa inizia molto male.
La sindaca Raggi, a cui è giusto fare i migliori auguri affinchè risani la nostra Capitale, impari ad essere più umile, assieme ai suoi compagni di partito: non sono tutti angioletti, anzi verranno assaltati dai soliti individui che salgono sul carro del vincitore, e non sarà facile governare rimanendo puri. Speriamo sia così, ma ricordi che una cosa e'opporsi sempre e comunque, ed altra cosa dover risolvere i problemi, giorno per giorno, con il fiato dei cittadini sul collo.


Mirka Rossetto e Francesco Sinisi
Venezia

Cari lettori,
le trame grilline che si consumano in questi giorni intorno alla neo sindaca di Roma hanno un sapore di vecchia politica e trasmettono l’idea di un primo cittadino privo della necessaria indipendenza e autonomia d’azione. Ma forse questa è solo una sensazione che i fatti contribuiranno a smentire. Certo, non si capisce per quale ragione la Raggi, avendo vinto largamente il primo scrutinio e avendo quindi in tasca la quasi certezza di diventare sindaco, non abbia giocato d’anticipo formando per tempo la sua squadra in modo tale da poter presentare subito dopo l’elezione i suoi assessori e i principali manager comunali. Consideriamolo un errore dovuto all’inesperienza e alle particolari caratteristiche del Movimento 5 Stelle. La Raggi ha la giovane età dalla sua, ma non un tempo infinito. Su Roma il Movimento 5 Stelle si gioca una partita che va ben oltre il pur gravoso compito di governare la capitale. Al Campidoglio i grillini sono chiamati a dimostrare di essere credibili come forza di governo. Se falliranno a Roma, le loro aspirazioni di candidarsi alla guida del Paese subiranno un brusco stop. La sindaca Raggi, nel suo incerto avvio, sembra non essere del tutto consapevole di questo. Lasciamola lavorare: forse ci sorprenderà. O forse no.
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