Non ammettere che l'immigrazione è un problema significa aver perso il contatto con la realtà

Domenica 27 Gennaio 2019
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Egregio Direttore,
la situazione dell'immigrazione è diventato un fenomeno che ha raggiunto livelli esagerati per il nostro paese, se poi pensiamo che tra poco più di un ventennio la popolazione africana raddoppierà, diventerà impossibile eliminarlo totalmente, diventa necessario quindi cercare di non solo di limitarlo, ma almeno di governarlo decentemente. Il nostro ministro degli interni, che nella totale indifferenza del resto d'Europa, sta cercando di porre qualche rimedio, al momento è circondato in maniera ostile da gran parte delle istituzioni. Molta gente che la pensa come lui, sembra però non contare nulla, si vedrà quindi come la pensano gli elettori alle prossime elezioni e se sarà condannato per il sequestro degli immigrati della Diciotti, non sarà altro che uno spot gigantesco per Salvini. Non vogliono proprio capirla, che fanno il suo gioco, più attaccano un politico che fa quello che la maggioranza della gente vuole, più il suo consenso aumenta. Brutta bestia l'odio ideologico, può far diventare una situazione che porterà a scontri sociali, di cui il nostro paese in questo momento non ne ha proprio bisogno.


Ugo Doci
Mestre


Caro lettore,
il dibattito in Italia sull'immigrazione ci conferma quanto grande sia la distanza tra le cosiddette élite e la gente e sottolinea l'abisso che separa il sentimento popolare da una parte della classe politica e intellettuale del nostro Paese. Si possono o meno condividere tutte le scelte del ministro Salvini: ma non comprendere che, al di là dei numeri e delle statistiche, l'immigrazione è considerata da ampissimi strati della popolazione, in particolare dai ceti più deboli, come un grave problema ed un'insidia alle proprie condizioni di vita, significa aver perso il contatto con la realtà. Vuol dire far prevalere la propria visione ideale o ideologica sul vissuto concreto delle persone. Si sente spesso dire che la politica non deve alimentare le paure. Ed è giusto. Ma non deve né può ignorarle o, peggio ancora, disprezzare chi esprime questi sentimenti. La politica deve saper leggere la società e dare risposte alle domande che esprime. Se non lo fa, se le ignora o se si pone di fronte ad essere in modo supponente ed ideologico è condannata ad essere marginale. Mi sembra invece che sull'immigrazione in Italia sta accadendo esattamente questo. 
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