Il referendum trasformato in una battaglia di civiltà

Sabato 10 Dicembre 2016
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Egregio Direttore,
trovo che la Sua risposta alla lettera del lettore Andrea Munaretto sia stata dettata più da incontrollati (ri)sentimenti politici che dall'acume politico che altrimenti Le riconosco. Quanto aggressiva sia stata la campagna del No è stato recentemente ribadito da Gasparri, che invita Brugnaro a scusarsi per aver votato Sì. Adesso, molto si può dire su Brugnaro, di certo non lo si può definire un intellettuale snob di sinistra. Salvini, con una frase ben poco felice, arrivò a far intendere che i veri italiani siano coloro che vivono in Italia (dimenticando i numerosissimi italiani emigrati all'estero, cittadini di serie B?).
Tacciare, come fa Lei, di supponenza, cultura politica incerta e faziosa, un lettore che si è permesso una moderata critica al fronte del No, è un passo falso, soprattutto se viene da chi ricopre incarichi che richiedono un certo senso di responsabilità.
Chi ha votato Sì, così come chi ha votato No, l'ha fatto seguendo le proprie convinzioni, ovviamente credendo di far la cosa migliore (altrimenti avrebbe votato per l´altra fazione!); tacciare una critica, una voce contraria, di essere un nemico della democrazia, è a mio parere inquietante, e dimostra, questo Sì, l'attuale stato della democrazia in Italia.


Luca Bortolotto
Würzburg - Germania

Caro lettore,
accetto ogni critica ma forse lei esagera o ha letto in modo un po' la mia risposta. Non ho tacciato il lettore di alcunché. Anzi ho premesso di condividere alcune delle sue osservazioni. Ma quella lettera mi ha sollecitato una riflessione che ho voluto esporre su alcune reazioni da parte di alcuni sostenitori del Si, che si sono scatenati attaccando e insultando gli elettori. Su questo tra l'altro ha scritto un bell'articolo sul Corriere della sera anche Pierluigi Battista. La sua lettera mi conferma nella mia convinzione: per molti la campagna elettorale referendaria, caratterizzata da un elevato tasso di aggressività, non è ancora finita. Lo dimostrano certamente alcune esternazioni degli sconfitti ma anche dei vincitori, come la surreale richiesta di Gasparri rivolta a Brugnaro di chiedere scusa. E di cosa? Di avere idee diverse da quelle di Gasparri? L'errore è di aver trasformato un referendum sulla riforma di alcuni articoli della Costituzione in una sorta di battagli di civiltà, tra il Bene e il Male. Le conseguenze si vedono e temo le sconteremo per lungo tempo.
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