M5s, le regole per gli altri e molte eccezioni per se stessi

Sabato 26 Novembre 2016
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Egregio direttore,
anche i grillini tutori delle regole non hanno esitato a calpestarle per tornaconto elettorale. Scordandosi di quando volevano mandare in galera Formigoni l'allora presidente della Lombardia, con l'accusa di aver raccolto delle firme in modo altrettanto disinvolto. I pentastellati ora scoperti di aver commesso lo stesso illecito, in palese difficoltà cercano con ogni mezzo di difendere quell'aura di candore che si sono attribuiti come una bandiera da ostentare. Che non fossero dei Pericle in fieri non c'era alcun dubbio, anche se qualcuno del Movimento sembra convinto di esserne un moderno epigono. Amministrare richiede cultura politica e competenza amministrativa, non basta proclamare ai quattro venti rivoluzioni straordinarie senza conoscere la materia nei dettagli, perché si rischia di fare peggio di quel che si vorrebbe riformare. Da dilettanti sprovveduti per giunta superbi, non potrà che risultare un fallimento la loro campagna di bonifica per mancanza dei requisiti richiesti per compiere il prodigio. 
Renzo Nalon 

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Caro lettore,
ho sempre avuto una naturale diffidenza nei confronti dei partiti e dei movimenti che vantano una loro superiorità morale e ergono a censori di tutto e di tutti. La storia e la cronaca insegnano che spesso, alla resa dei conti, si rivelano se non uguali anche peggio degli altri. Non so se accadrà lo stesso per il Movimento 5 Stelle. Quello che per ora constatiamo è che anche per pentastellati sembra valere l'antico principio che si fanno le regole per gli altri e molte eccezioni per se stessi. Un film già visto. 
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