Il successo dei 5Stelle e i demeriti degli avversari

Giovedì 23 Marzo 2017
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Caro direttore,
arriveranno i Cinque Stelle al fatidico 40/%? Forse sì, forse no. Certamente la loro crescita ha del sensazionale, soprattutto se si pensa che non ci sono specifici punti programmatici che possono spiegare il successo indicato nei sondaggi. A tale riguardo, infatti, non sono decisive le posizioni dei pentastellati sul reddito di cittadinanza e su altre questioni di politica interna ed estera. E tanto meno lo sono le prime esperienze di governo locale.
Il punto fondamentale, o meglio il messaggio che viene trasmesso dal movimento a livello nazionale, è quello di essere seri, di mantenere le promesse, di saper rinunciare anche di tasca propria (pur essendo il mezzo stipendio solo la quinta parte della indennità). Insomma di essere nuovi e più credibili dei partiti avversi. L'aspetto economico, apparentemente banale e spesso evocato dai grillini (come la rinuncia allo stipendio ed ai rimborsi elettorali), è stata dei Cinque Stelle la prima mossa che rimane ancora la più convincente per molti italiani.
I demeriti degli avversari politici sono facili da individuare.


Luigi Floriani 
Conegliano



Caro lettore, non credo proprio che ad alimentare la crescita nei sondaggi del Movimento 5 Stelle siano le proposte politiche grilline, peraltro spesso più simili a parole d'ordine che a veri e propri punti programmatici. In una stagione politica dove, non solo in Italia, è molto forte nell'elettorato una domanda di rottura, e non più solo di cambiamento, M5S per la sua natura di movimento nuovo ed estraneo alla politica tradizionale, è naturalmente favorito ed in più si avvantaggia della debolezza dei suoi avversari, incapaci, per ragioni diverse, di rappresentare agli occhi di una parte importante dell'elettorato, un'alternativa efficace. Il centrosinistra, scandali a parte, appare smarrito e ripiegato su stesso: Matteo Renzi sembra in grado di riconquistare la guida del Pd ma la sua leadership nel paese è in una parabola discendente di cui non sarà semplice invertire la tendenza. 

Il centrodestra continua ad essere diviso e litigioso: è privo di un programma e non è stato ancora in grado di individuare al suo interno un candidato premier condiviso. In questo quadro non c'è da sorprendersi se il consenso d'opinione dei Cinquestelle non viene scalfito nè dai flop della giunta Raggi nè dalle ripetute impennate autoritarie di Grillo. In politica vale un principio: la propria forza è direttamente proporzionale alla debolezza dei propri avversari.
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