Gli italiani non cercano l'uomo del destino

Martedì 13 Giugno 2017
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Gentile Direttore,
le elezioni legislative in Francia hanno dato la vittoria al nuovo Partito di Macron. La Francia, si sa, è rivoluzionaria: basta ricordare la Rivoluzione francese del 700, che abbattè l'ancien regime e cambiò il volto dell'Europa. Ora anche in Italia tutti sono entusiasti per Macron.
Ma qui da noi, se pure è apparso un Macron, gli italiani non lo seguono, non lo vogliono; si preferisce non cambiare o affidare la protesta e la speranza al populista millantatore, al solito pulcinella sbucato dal nulla. Spero che l'esempio della Francia ci aiuti a distinguere e a scegliere.
Flora Dura
Treviso


Cara lettrice,
in Italia non avremo un Macron, ma se c'è un elemento che è emerso con chiarezza dal voto di domenica è proprio questo: gli italiani sanno e vogliono scegliere. Devono però essere messi nelle condizioni di farlo. E perché ciò accada non è necessario che spunti l'ennesimo uomo del destino.
Alle comunali dove si fronteggiavano candidati conosciuti, espressione del territorio e di coalizioni politicamente omogenee, non sono prevalsi voti di protesta o generici mal di pancia. E i movimenti o le forze politiche che su questo facevano affidamento sono stati penalizzati e sconfitti. Gli elettori hanno dimostrato di saper distinguere e di voler scegliere chi dovrà amministrarli.
Anche l'affluenza al voto in molte realtà è stata significativamente alta, certamente più alta che in Francia dove, nonostante Macron, si è recato alle urne meno del 50 per cento degli elettori. In politica, non meno che in altri ambiti, funziona la legge della domanda e dell'offerta: se molti cittadini non vanno a votare o si rifugiano nel voto di protesta è perché spesso l'offerta dei partiti è giudicata inadeguata e insufficiente. E la colpa, se questo accade, non è degli elettori.
Ultimo aggiornamento: 18:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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