La fuga del sindacato dalle responsabilità

Giovedì 27 Aprile 2017
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Egregio direttore,
mentre è difficile capire chi siano i veri vincitori del referendum Alitalia, è abbastanza chiaro chi sono gli sconfitti. I contribuenti italiani innanzitutto che negli anni hanno pagato tante inutili ristrutturazioni. Il Paese che si ritroverà presto senza una compagnia di bandiera. I lavoratori, anche quelli che si sono espressi per il no, perché il loro posto di lavoro adesso è ancora di più a rischio. E i sindacati che avevano firmato l'accordo con la compagnia ed hanno rimediato una pessima figura.


Angelo Favaro
Treviso


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Caro lettore, 
l'esito del referendum Alitalia rappresenta una duplice sconfitta per il sindacato e ne fotografa la crisi profonda sia sul piano della rappresentanza sia su quella del ruolo politico. Per i sindacati l'esito della consultazioni non è solo una cocente batosta in quanto l'accordo da loro sottoscritto con l'azienda è stato sonoramente bocciato dai lavoratori di Alitalia.

C'è un aspetto più grave. Le confederazioni e i loro vertici, con la scelta di indire un referendum in una fase così delicata per la compagnia aerea, sono in realtà venuti meno al ruolo-guida di classe dirigente. Hanno mostrato tutta la loro debolezza e inconsistenza. Indire un referendum sull'accordo che disegnava la nuova Alitalia non è stata una scelta di democrazia, come si è voluto far credere, ma una fuga dalle responsabilità. Un alibi per chiamarsi fuori. Ma credo abbiano fatto male i loro calcoli: il tonfo di Alitalia ha travolto anche il sindacato. E non sarà facile per le confederazioni risollevarsi.
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