Fascismo e antifascismo, il sindaco di Vicenza rifletta sulle parole di Massimo Cacciari

Sabato 24 Febbraio 2018
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Caro Direttore,
il sindaco di Vicenza tramite organi di stampa e televisioni, con giornalisti impegnati ad intervistarlo proclama solennemente che non darà permessi a qualsiasi persona che intenda aprire qualche attività lavorativa se prima non si sia impegnata a dichiarare per iscritto di non essere fascista. La cosa fa sorridere in quanto risulta che il fascismo non esista da ben settant'anni. Sindaci di altri comuni, vista la visibilità data a questa notizia, a loro volta minacciano di non concedere spazi pubblici a chi non dimostra di essere antifascista. Strana questa democrazia a senso unico, dove se non sei allineato e non ragioni come lor signori sei fascista. Sembra l'America degli anni passati, quando quelli non allineati al pensiero unico erano comunisti e venivano discriminati. Democrazia significa ragionare con la propria testa. L'augurio è che l'Italia la mantenga, anche perché lo pretendono i nostri soldati e civili morti per avere la democrazia.

Franca Tombola
Campo San Martino (Padova)


Cara lettrice,
in realtà il divieto antifascista del sindaco di Vicenza dovrebbe riguardare solo le manifestazioni di piazza, non altre attività.
Ciò nondimeno non si capisce perché a oltre 70 anni di distanza dalla Liberazione dal nazi-fascismo si senta l'esigenza di un tale provvedimento. Forse per conquistare qualche titolo sui giornali. Ho già avuto modo di scrivere che si può essere antifascisti senza perdere il buon senso e la capacità di discernere. E personalmente mi ritrovo perfettamente in ciò che ha detto Massimo Cacciari: «Basta con questa storia del fascismo e dell'antifascismo, non se ne può più. È un dibattito di una inconcludenza totale, fondato sul nulla. Pensiamo piuttosto al fatto che i nostri ragazzi escono da scuola senza sapere bene chi erano Hitler e Mussolini».
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