Egregio Direttore,
in Europa le destre avanzano inesorabilmente dovunque, soprattutto per l'incapacità delle sinistre nel gestire i problemi che affliggono i cittadini e soprattutto perché non riescono ad abbandonare i vecchi schemi del 900, in un mondo che sta cambiando velocemente. L'immigrazione che sta assumendo dimensioni preoccupanti nell'immaginario collettivo dei cittadini europei, è una delle ragioni di questi risultati elettorali. Prendiamo atto che in un primo tempo entravano più o meno legalmente solo giovani, anche troppi per le nostre esigenze, ora però a seguito di certe decisioni politiche, negli arrivi ci sono sempre più dei minori, nell'ultimo numeroso arrivo, c'era addirittura un bambino di soli 6 giorni, che viaggiava senza genitori e un numero sempre maggiore di donne in cinte, ma è veramente questo che vogliamo per il futuro del nostro continente? Chi per ragioni anagrafiche, probabilmente non vedrà i risultati di queste scelte, non so se resterà con il dubbio di lasciare ai nostri figli e nipoti, un continente con problemi sotto molti aspetti.
Ugo Doci
Mestre
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Caro lettore,
ormai da tempo la sinistra non si occupa più, o la fa solo marginalmente, dei problemi reali di quelli che dovrebbe essere il suo mondo di riferimento, ossia i ceti popolari e meno abbienti. Proviamo a considerare le battaglie a cui i partiti della sinistra italiana, nelle loro varie articolazioni, si sono maggiormente impegnati negli ultimi tempi. Oggi è lo ius soli, ieri sono state le unioni civili o il fine vita. Tutte tematiche importanti sul piano sociale od etico, ma che un marxista ortodosso definirebbe sovrastrutturali. Perché non incidono sulle condizioni di vita di chi fa fatica ad arrivare a fine mese, di chi cerca lavoro o di chi non vede più arrivare per i propri figli quell'ascensore sociale che in passato ha consentito a lui e a molto suoi coetanei di guadagnarsi una posizione migliore nel mondo del lavoro e nella società. Nella rappresentanza degli interessi la sinistra italiana ha subito una sorta di mutazione genetica: è sempre più l'area politica di riferimento dei ceti medi garantiti e sempre meno quella dei ceti popolari. L'atteggiamento sull'immigrazione è, in questo senso, emblematico. La sinistra, soprattutto prima del cambio di marcia impresso da Minniti, si è fatta portabandiera di un politica delle frontiere aperte nei confronti dei migranti. E oggi sventola il vessillo dello ius soli. Dimenticando però che i maggiori disagi e più elevati costi sociali di un'immigrazione massiccia e spesso fuori controllo, li pagano proprio le classi più povere. Quelle cioè che la sinistra fa sempre più fatica a rappresentare.
Ultimo aggiornamento: 14:53
© RIPRODUZIONE RISERVATA in Europa le destre avanzano inesorabilmente dovunque, soprattutto per l'incapacità delle sinistre nel gestire i problemi che affliggono i cittadini e soprattutto perché non riescono ad abbandonare i vecchi schemi del 900, in un mondo che sta cambiando velocemente. L'immigrazione che sta assumendo dimensioni preoccupanti nell'immaginario collettivo dei cittadini europei, è una delle ragioni di questi risultati elettorali. Prendiamo atto che in un primo tempo entravano più o meno legalmente solo giovani, anche troppi per le nostre esigenze, ora però a seguito di certe decisioni politiche, negli arrivi ci sono sempre più dei minori, nell'ultimo numeroso arrivo, c'era addirittura un bambino di soli 6 giorni, che viaggiava senza genitori e un numero sempre maggiore di donne in cinte, ma è veramente questo che vogliamo per il futuro del nostro continente? Chi per ragioni anagrafiche, probabilmente non vedrà i risultati di queste scelte, non so se resterà con il dubbio di lasciare ai nostri figli e nipoti, un continente con problemi sotto molti aspetti.
Ugo Doci
Mestre
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Caro lettore,
ormai da tempo la sinistra non si occupa più, o la fa solo marginalmente, dei problemi reali di quelli che dovrebbe essere il suo mondo di riferimento, ossia i ceti popolari e meno abbienti. Proviamo a considerare le battaglie a cui i partiti della sinistra italiana, nelle loro varie articolazioni, si sono maggiormente impegnati negli ultimi tempi. Oggi è lo ius soli, ieri sono state le unioni civili o il fine vita. Tutte tematiche importanti sul piano sociale od etico, ma che un marxista ortodosso definirebbe sovrastrutturali. Perché non incidono sulle condizioni di vita di chi fa fatica ad arrivare a fine mese, di chi cerca lavoro o di chi non vede più arrivare per i propri figli quell'ascensore sociale che in passato ha consentito a lui e a molto suoi coetanei di guadagnarsi una posizione migliore nel mondo del lavoro e nella società. Nella rappresentanza degli interessi la sinistra italiana ha subito una sorta di mutazione genetica: è sempre più l'area politica di riferimento dei ceti medi garantiti e sempre meno quella dei ceti popolari. L'atteggiamento sull'immigrazione è, in questo senso, emblematico. La sinistra, soprattutto prima del cambio di marcia impresso da Minniti, si è fatta portabandiera di un politica delle frontiere aperte nei confronti dei migranti. E oggi sventola il vessillo dello ius soli. Dimenticando però che i maggiori disagi e più elevati costi sociali di un'immigrazione massiccia e spesso fuori controllo, li pagano proprio le classi più povere. Quelle cioè che la sinistra fa sempre più fatica a rappresentare.