L'insopportabile idea dello Stato
che entra nella nostra vita privata

Mercoledì 16 Novembre 2016
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Egregio direttore, 
il sistema fiscale italiano risulta, da sempre, uno dei più oscuri, incomprensibili ed oppressivi delle cosiddette democrazie occidentali. Se poi si aggiunge il fatto che il cittadino non può spendere i suoi denari come vuole, si tocca il fondo del controllo statale sulla libertà economica personale.
Mancava ancora la ciliegina sulla torta: il previsto grande fratello sui prelevamenti effettuati tramite il tesserino Bancomat. 
In un Paese dove possono svanire miliardi di euro, da un giorno all'altro, dalle tasche dei risparmiatori a causa di controlli inesistenti su banche e finanziarie, diventa logica conseguenza l'accanimento verso chi sembra ormai sopportare anche le decisioni più assurde ed inutili.
Ma fino a quando saremo ancora in grado di tollerare simili intromissioni?
Vittorio De Marchi
Albignasego (Pd)

Caro lettore,
è pur vero che vale il principio: Male non fare, paura non avere. Ma da contribuente devo dire che trovo insopportabile l'idea di uno Stato che, non contento di tassarci oltre ogni limite, si intrufula anche nella nostra vita privata con il sospetto che lo si voglia gabbare. Adesso dunque chi farà un prelievo giornaliero di mille euro sarà segnalato al fisco. Come se fosse un reato o fossero soldi rubati. Come scriveva Svetonio Le pecore andrebbero tosate, non scorticate. E, se possibile, neppure vessate. 
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