Chi vive in Italia si adegui alle nostre leggi

Domenica 2 Aprile 2017
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Caro Direttore
Osservo che non si sono levate le solite geremiadi dei campioni dell'integrazione ad ogni costo relativamente al caso della ragazza bengalese di Bologna, sottoposta dalla madre ad una pratica in uso nei campi di sterminio nazista, quella del taglio a zero dei capelli.

Forse le nostre anime belle hanno ritenuto di non commentare perché la vicenda mostra inequivocabilmente che buona parte degli immigrati dall'Italia e dall'Europa vuole cure mediche, ospedali, welfare, occupazione, ma non è disposta ad accettarne cultura e valori, in primis il rispetto delle donne, costrette ad assoggettarsi a costumi incompatibili con la civiltà occidentale. Pretendere che i loro ragazzi, ma soprattutto le ragazze, non si mescolino con i nostri giovani, obbligandoli ad esibire segni identitari quali il velo, dimostra che questi immigrati sono i primi a non volere quell'integrazione tanto cara alla sinistra, alla chiesa ed ai buonisti in generale. Sarebbe un errore ridurre il caso di Fatima ad un mero fatto di cronaca; qui si tratta di prendere atto che siamo di fronte ad uno scontro fra culture, e che la strada per uscirne passa solo dall'affermazione senza tentennamenti delle nostre libertà e dei nostri principi.


Umberto Baldo
Abano Terme (Pd)


Caro lettore, 
non so se siamo di fronte a uno scontro di culture. Credo che la questione sia forse più semplice: chi sceglie di vivere in Italia deve accettarne leggi e consuetudini. Noi non vietiamo a una donna, se lo vuole, di portare il velo, ma dobbiamo punire severamente, come un grave reato lesivo della libertà individuale, chi costringe una donna o una ragazza a indossarlo contro la sua volontà e ancor più se, di fronte al rifiuto, scattano, come in questo caso, forme di vessazione e di violenza. Chi non accetta questi principi basilari, semplicemente, non può vivere nel nostro Paese. Ci sono nazioni dove probabilmente il comportamento dei genitori di Fatima è persino considerato educativo, nessuno impedisce loro di andare a vivere lì. Ma se decidono di stare in Italia devono adeguarsi alle nostre leggi, essere puniti se le trasgrediscono ed essere poi allontanati se perseverano nei loro comportamenti liberticidi. Non c'è alternativa: prendere o lasciare.
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