Reddito di cittadinanza figlio dell'assistenzialismo, non combatterà né la povertà né l'indigenza

Mercoledì 6 Febbraio 2019
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Caro Direttore,

secondo le stime dell'INPS la platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza sarà di più di due milioni di persone, compresi gli evasori e i lavoratori in nero. I furbetti, come già dimostrato in questi giorni visto l'aumento vertiginoso di cambi di residenza e di separazioni fittizie, sono già all'opera e l'INPS ha già dichiarato di non avere gli strumenti per poter fare delle verifiche preventive serie soprattutto sul patrimonio mobiliare, essenziale per capire a chi spetta il beneficio. Ci si troverà dunque nella situazione per cui, a posteriori, dopo avere erogato il reddito di cittadinanza si dovranno fare delle impensabili azioni di recupero per importi attorno a diecimila euro nei confronti di famiglie che non sono particolarmente benestanti. Meglio sarebbe partire con il reddito solo una volta che si è in grado di fare dei controlli efficaci. Purtroppo questo non è possibile perchè i 5stelle hanno puntato tutte le loro fiches su questo provvedimento e le elezioni europee sono ormai alle porte.

Renzo Bulbarella
Torreglia (Padova)


Caro lettore,

vorrei essere smentito ma temo che il reddito di cittadinanza sarà un flop o un disastro. Un flop perché non funzionerà a causa della sua macchinosità o un disastro perché non combatterà né povertà né indigenza, ma accrescerà il numero di persone che vivono di assistenzialismo pubblico senza preoccuparsi di cercare un lavoro o peggio ancora lavorando ma in nero. Aiutare le persone in stato di bisogno è un dovere ed un compito di chi governa. Ma la filosofia su cui si fonda il reddito di cittadinanza è un'altra: quella che lo Stato può e deve sostenere chi non lavora. Non importa quali siano le ragioni. Perché non trova lavoro vicino a casa, perché l'impiego trovato non incontra le sue ambizioni, perché non si ritiene pagato a sufficienza. La legge varata, rispetto alla formulazione iniziale, ha introdotto molti correttivi per evitare che furbi, furbetti e malandrini ne approfittino. Ma il reddito di cittadinanza resta figlio di una cultura neo-assistenzialista che prescinde dal lavoro come priorità nella vita di una persona. Forse dovremmo augurarci che non funzioni.
Ultimo aggiornamento: 15:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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