Senza tv, non pagare il canone diventa un vero rompicapo

Sabato 2 Aprile 2016
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Egregio direttore,
lo ammetto: sono uno dei pochi cittadini italiani che non possiede in casa una televisore. Probabilmente, per qualcuno che ci governa, questa è una colpa. Io preferisco considerarla una scelta. E proprio per questa ragione non intendo trovarmi il canone Rai inserito nella bolletta elettrica come accadrà da luglio. Purtroppo è facile a dirsi, difficile a farsi. Provare per credere. Mi piacerebbe che qualche dirigente o esponente politico si trovasse nella mia condizione: capirebbe perchè tanti sono esasperati e si sentono sempre trattati come sudditi e non come cittadini.


F. B.
Venezia


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Caro lettore,
il pagamento del canone Rai inserito nella bolletta elettrica doveva essere un'operazione di semplificazione della vita dei cittadini italiani. Forse, lo speriamo, per molti sarà davvero così. Ma, basta addentrarsi nel sito internet della Rai o chiedere delucidazioni a qualche ufficio competente (si fa per dire...), per comprendere che per tanti altri si rivelerà un vero rompicapo. E' il caso di chi, come lei, il canone non deve proprio pagarlo perchè non possiede una televisione, ma anche di chi, per esempio, il canone rischia di pagarlo due volte perchè ha una doppia casa e quindi anche una doppia utenza elettrica. Per costoro, che chiedono solo il rispetto dei loro diritti ossia di non versare una tassa che non sono tenuti a pagare, si annuncia una defatigante battaglia burocratica tra norme di dubbia interpretazione, codicilli ambigui e uffici specializzati nella complicazione degli affari semplici. E attenzione: la richiesta di esenzione dal pagamento del canone in bolletta non vale per sempre, va ripetuta ogni anno e guai a sbagliare. Perchè chi dichiara di essere esente e magari non lo è, rischia fino a 4 anni di carcere. Può sembrare uno scherzo o una battuta, ma non lo è: così prevede la legge. Quella stessa legge che, come ha ricordato in tv l'ex presidente dell'Antitrust Antonio Catricalà, dà questa definizione di televisione: "Un apparechio si intende "atto" a ricevere le radioaudizioni se e solo se include nativamente gli stadi di un radioricevitore completo...decodificatore e traduttori audio/video per i servizi radiotelevisivi, solo audio per i servizi radiofonici...". Ci fermiamo qui. La definizione completa, in realtà, è lunga almeno altre 10 righe, ugualmente indecifrabili e variamente interpretabili. Ovviamente a danno del cittadino.
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