Neanche un giorno di prigione per il papà del bimbo morto per aver ingerito l'hashish: si fa enorme fatica ad accettarlo

Sabato 17 Febbraio 2024

Caro direttore,
gua il fatto di detenere hashish liberamente in casa rappresenta un comportamento fuori dalle righe, se poi un bambino lo trova e lo mangia ed in seguito muore dovrebbe rappresentare una colpa gravissima nei confronti del genitore. Sinceramente non riesco a comprendere come il colpevole genitore sia condannato, senza carcerazione, per mancata vigilanza. Sono allibito, forse è colpevole il bambino.


Dario Verdelli
Villorba


Caro lettore,
la sentenza che ha condannato a soli due anni, consentendogli quindi non fare nemmeno un giorno di prigione, il papà del piccolo Niccolò prima ancora che razionalmente incomprensibile è difficile da accettare, umanamente e razionalmente. Purtroppo però non sempre le ragioni del sistema giudiziario, coincidono con il comune sentire, il buon senso e il senso di giustizia. Questo è uno dei casi. Siamo di fronte a un uomo, anzi un padre, che ha provocato la morte del figlio mettendolo a contatto con sostanze stupefacenti di cui evidentemente lui, che pure non era noto alle forze dell'ordine come consumatore abituale di droghe, faceva ampio uso e che circolavano in non modica quantità per la sua casa. Gli esami hanno rivelato che nel corpo di Niccolò c'erano tracce di diverse sostanze, dalla cocaina all'eroina fino all'hashish, anche se quest'ultima è la sostanza che ha provocato la morte del bambino. Non solo. Quando Niccolò è stato male e il papà l'ha portato in ospedale ormai in fin di vita, non ha neppure avuto il coraggio di dire la verità: si è inventato che il bambino aveva ingerito al parco una sostanza marrone trovata per terra, che lui poi aveva buttato.
Una miserevole e meschina bugia che rapidamente è stata smontata dagli investigatori.

Ma il padre era incensurato ed il reato compiuto difficile da inquadrare (infatti è stato semplicemente accusato e condannato per mancata vigilanza), quindi sfruttando i benefici di legge è riuscito a cavarsela e a non fare neppure un giorno di prigione. Vien da chiedersi come sia possibile e come una colpa orrenda come quella di aver provocato la morte di un bambino e del proprio figlio possa essere espiata con una condanna, di fatto solo sulla carta, di soli due anni. Ma dobbiamo, con enorme fatica, accettarlo. E sperare che, almeno, questo uomo capisca di quale orribile delitto si è macchiato.

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