Le banche austriache cercano clienti in Italia. Non lamentiamoci, ma chiediamoci il perché

Domenica 25 Novembre 2018
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Egregio direttore,
il giovane Cancelliere federale della vicina Austria, Sebastian Kurz, non perde occasione per attaccare la politica economica del nostro Paese. Mi crea un certo disagio nel vedere, sul Gazzettino, un'inserto pubblicitario, in prima pagina, che invita ad investire in banche della Carinzia.
Pur condividendo il pensiero di Vespasiano pecunia non olet trovo sicuramente sgradevole la formula utilizzata dall'inserzionista che recita «metti i tuoi soldi al sicuro»! Come dire: attenzione le banche italiane sono a rischio. In poche parole pubblicità negativa non occulta. Kurz ringrazia.
Vittorio De Marchi

Albignasego (Padova)

Caro lettore,
mi dispiace se la lettura de Il Gazzettino le ha procurato un qualche disagio, ma seguendo il suo ragionamento non dovremmo pubblicare pubblicità di auto tedesche o di località turistiche austriache perché i governanti di quei Paesi attaccano spesso e in modo anche poco elegante la politica economica italiana. Di più: allargando il campo ai commissari Ue e rileggendo le recenti dichiarazioni non proprio simpatiche di Pierre Moscovici, dovremmo rifiutare le pubblicità di champagne o di gioielli e di gruppi della grande distribuzione di origine francese. Non le pare un po' troppo? Temo che in questo come in altri casi si confonda la causa con l'effetto. In altre parole: il problema non è il nostro giornale che, come altri, pubblica la pubblicità di una dinamica banca austriaca che invita i risparmiatori italiani a rivolgersi a lei sottolineando la sua indubbia solidità e l'elevato grado di sicurezza.
Ciò su cui dovremmo interrogarci e riflettere è perché ciò accada. Non possiamo negare che nel clima di incertezza attuale una fascia di italiani è preoccupata per i propri investimenti. Teme una patrimoniale o magari un'uscita dall'euro dalle conseguenze imprevedibili. Giusti o sbagliati che siano questi timori (personalmente non credo né all'una né all'altra cosa) è normale che banche di paesi confinanti si propongano come alternativa. Tanto più dopo i crac delle popolari venete. È il mercato. Sta a chi governa l'economia e a chi deve vigilare sul sistema bancario evitare che questi sentimenti si diffondano.
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