​Popolari, le battaglie solo se si possono vincere

Giovedì 17 Agosto 2017
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Sig. Direttore, 
mi meraviglio sempre quando un Veneto non riesce a difendere il proprio territorio permettendo ad altre persone di insultare e deridere chi ci abita ed ha alle spalle una tradizione, che lei dovrebbe saper bene, fatta di lavoro ed onestà! E mi meraviglio che lei, nel suo ruolo preminente di divulgatore di parole, dia spazio a opinioni offensive contro persone e imprese che hanno perso tutto in una guerra che è stata condotta unilateralmente, con l'inganno e la forzatura, senza tenere in nessuna considerazione i drammi che si sarebbero originati. Anziché stare al nostro fianco nella lotta, che il popolo Veneto deve tacere!!! Dopo un simile disastro, mi fa nascere una profonda ripugnanza. 


Cristina Volpato
Spresiano (Tv)



Cara lettrice, 
nessuno deve tacere. Ma a questo punto bisogna realisticamente interrogarsi su cosa dire quando si parla. Nella vicenda disastrosa delle due ex popolari venete le urla e le posizioni irriducibili non mi sembra abbiano portato grandi risultati concreti. Almeno per i soci. Le battaglie è giusto farle se si ha qualche possibilità di vittoria, altrimenti meglio cambiare strategia. Sull'analisi di ciò che è accaduto a Vicenza e Montebelluna, sullo scandalo di 200 mila soci che hanno visto il loro patrimonio andare in fumo e sulle carenze di controlli di chi doveva vigilare, siamo tutti d'accordo. Ma la questione aperta, su cui tanti soci si interrogano, è il che fare ora. La riflessione del lettore, che lei definisce offensiva, andava esattamente in questa direzione. E credo che la risposta alle domande poste non possa venire solo dagli slogan.
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