Baby pensioni, uno scandalo infinito che continuiamo a pagare: 9,3 miliardi di euro l'anno

Martedì 12 Dicembre 2017
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Egregio Direttore,
ho letto sabato sull'edizione di Padova l'articolo che parlava di pensioni da 700 euro al mese di altre di oltre 9.000 euro al mese. Credo che a questo tema bisogna approcciarsi in modo molto freddo e analitico. Spesso leggiamo di lamentele di chi percepisce solo 6/700 al mese, ma va capito che cosa em quanto ha effettivamente versato chi incassa questa cifra. Spesso vi sono attacchi a chi ha pensioni alte, ma se nascono da contributi effettivamente versati non possono essere messe in discussione. Il problema, ormai vero e proprio scontro generazionale, sono la montagna di pensioni che paghiamo a chi è andato in pensione con il metodo retributivo, a chi ha ottenuto spesso anche il 100% di pensione rispetto allo stipendio, ai vitalizi, a chi ha inventato pensioni di 15 anni 6 mesi e un giorno. Il danno ormai è fatto e i sindacati dovrebbero ora protestare contro se stessi che hanno avvallato questo scellerato ben godi dagli anni 80 in su! Bisogna lavorare, fa male a dirlo ma è così , su contributi di solidarietà da parte di chi , da tempo ed ora, gode di privilegi che noi baby boomers e ancor più i giovani mai più avremo.

Francesco Cera
Padova



Caro lettore,
purtroppo scontiamo gli effetti di un sistema previdenziale che fino agli inizia degli anni 90, per ragioni di consenso elettorale, è stato troppo generoso, in particolare nei confronti dei lavoratori del pubblico impiego e delle aziende di Stato. Il caso più clamoroso è certamente quello delle cosiddette baby pensioni, abolite nel 1992, ma che oggi pesano come un macigno sulla spesa previdenziale. Ci sono infatti circa 420 mila persone che, sfruttando una legge del 1973, hanno smesso di lavorare dopo un arco temporale che va dai 14 anni e sei mesi fino a un massimo 24 anni e sono andati in pensione a meno di 50 anni. Per quasi il 79% dei casi di tratta ex dipendenti pubblici e per il 21,4% di lavoratori del settore privato. Ebbene, questi baby pensionati costano oggi alle casse previdenziali 9,5 miliardi di euro l'anno: una cifra enorme che pesa anche su quei lavoratori che oggi si vedono invece allungare l'età pensionabile. Ma forse è ancora più incredibile il fatto che, le persone che hanno sfruttato quella legge del 1973, ricevano la pensione mediamente per 40,7 anni, pur avendone lavorati quasi sempre meno della metà. Ora è evidente che la sostenibilità del sistema previdenziale e la sua efficacia non dipendano solo dalle baby pensioni. Ma questa vicenda insegna che, in questo campo, il conto prima o poi arriva. E non è giusto che a pagarlo siano le generazioni successive
Ultimo aggiornamento: 16:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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