Egregio direttore,
l'entusiasmo per l'approvazione da parte della Ue della manovra finanziaria, lascia il tempo che trova, ma soprattutto spazio alla considerazione di quanto sia messa male la nostra economia. É come il via libera alla concessione di un mutuo da parte della banca, per l'acquisto della casa di proprietà, con la differenza che si dovrà continuare a pagare un fior di affitto. Se una volta i ministri economici si preoccupavano di ridurre il debito, sembra che oggi si impegnino, a continuare a farne, anche se in forma più contenuta. C'è, insomma, ben poco da esultare. Unico dato positivo é quello di saperci incurabilmente debitoria vita, nostra e dei discendenti. Se la Lega per pagare 48 milioni avrà rate annuali di 600mila euro per oltre mezzo secolo, quanto tempo toccherà all'Italia? Sicuramente qualche anno-luce, prima di appianare un debito ammontante ad oltre un migliaio di miliardi.
Aldo Martorano
Venezia
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Caro lettore,
lei ha ragione quando afferma che l'attuale manovra finanziaria non inciderà sul nostro debito pubblico, riducendolo. Ma purtroppo non è vero che una volta i ministri economici si preoccupavano di contenere o tagliare il debito. Per quanto riguarda almeno gli ultimi 30 anni, è vero l'esatto contrario. Altrimenti non ci ritroveremmo con uno dei più alti debiti pubblici del mondo. I numeri, talvolta, non mentono e quelli sulla nostra finanza statale ci dicono che la nostra classe politica, molto spesso con l'appoggio e la tacita intesa di opposizioni ed organizzazioni sindacali, ha usato per lungo tempo con estrema disinvoltura ma con piena consapevolezza, il denaro pubblico per ottenere il consenso. O meglio: per comprarlo. Alla fine è stato creato quell'enorme macigno finanziario che grava sulle nostre teste e che si chiama appunto debito pubblico. Anche per questo non c'è alcuna ragione per entusiasmarsi. Tuttalpiù possiamo tirare un sospiro di sollievo: avere evitato la procedura d'infrazione è comunque un fatto positivo. Ma ciò che conta sarà verificare l'efficacia della manovra e i suoi effetti sull'economia e la finanza pubblica. E su questo, come abbiamo già scritto, è lecito nutrire più di una perplessità.
Ultimo aggiornamento: 15:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA l'entusiasmo per l'approvazione da parte della Ue della manovra finanziaria, lascia il tempo che trova, ma soprattutto spazio alla considerazione di quanto sia messa male la nostra economia. É come il via libera alla concessione di un mutuo da parte della banca, per l'acquisto della casa di proprietà, con la differenza che si dovrà continuare a pagare un fior di affitto. Se una volta i ministri economici si preoccupavano di ridurre il debito, sembra che oggi si impegnino, a continuare a farne, anche se in forma più contenuta. C'è, insomma, ben poco da esultare. Unico dato positivo é quello di saperci incurabilmente debitoria vita, nostra e dei discendenti. Se la Lega per pagare 48 milioni avrà rate annuali di 600mila euro per oltre mezzo secolo, quanto tempo toccherà all'Italia? Sicuramente qualche anno-luce, prima di appianare un debito ammontante ad oltre un migliaio di miliardi.
Aldo Martorano
Venezia
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Caro lettore,
lei ha ragione quando afferma che l'attuale manovra finanziaria non inciderà sul nostro debito pubblico, riducendolo. Ma purtroppo non è vero che una volta i ministri economici si preoccupavano di contenere o tagliare il debito. Per quanto riguarda almeno gli ultimi 30 anni, è vero l'esatto contrario. Altrimenti non ci ritroveremmo con uno dei più alti debiti pubblici del mondo. I numeri, talvolta, non mentono e quelli sulla nostra finanza statale ci dicono che la nostra classe politica, molto spesso con l'appoggio e la tacita intesa di opposizioni ed organizzazioni sindacali, ha usato per lungo tempo con estrema disinvoltura ma con piena consapevolezza, il denaro pubblico per ottenere il consenso. O meglio: per comprarlo. Alla fine è stato creato quell'enorme macigno finanziario che grava sulle nostre teste e che si chiama appunto debito pubblico. Anche per questo non c'è alcuna ragione per entusiasmarsi. Tuttalpiù possiamo tirare un sospiro di sollievo: avere evitato la procedura d'infrazione è comunque un fatto positivo. Ma ciò che conta sarà verificare l'efficacia della manovra e i suoi effetti sull'economia e la finanza pubblica. E su questo, come abbiamo già scritto, è lecito nutrire più di una perplessità.