Anche la tragedia di Genova è finita nella campagna elettorale permanente

Sabato 18 Agosto 2018
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Egregio Direttore, 
mi sento onorato di essere un fedele lettore del suo (nostro) giornale. In questo caso mi sento motivato a parteciparle la mia stima, e ad estenderla in particolare al dottor Nordio , per il suo articolo Caccia all'untore... , nel quale, scevro da ogni tifo di qualsiasi colore, privo di ogni casacca, opera una disamina al solito severa, ma equilibrata, con una visione a 360 gradi delle problematiche sottese alla tragedia di Genova. Ho sempre notato in questo magistrato un solido rispetto del diritto, mai disgiunto da una bella umanità, che in alcuni altri latita... Buttare subito la croce sulle spalle degli altri è facile. Prendersi un po' di tempo e ragionare è stimmata di uomini veri.


Tiziano Lissandron
Cadoneghe (Pd)


Caro lettore, 
non sempre i commenti degli editorialisti rispecchiano fino in fondo l'opinione del giornale e del direttore. Con Carlo Nordio, che conosco da molti anni, questo capita però assai raramente. Nel caso specifico non avrei avuto alcun problema a mettere anche la mia firma accanto (anzi sotto) a quella di Nordio, visto che ne condividevo ogni parola. Confesso infatti di essere rimasto molto sorpreso e sconcertato dalla caccia al mostro o al capro espiatorio che ai massimi livelli del nostro governo è scattata all'indomani della tragedia di Genova. Che l'opinione pubblica reclami chiarezza su quanto accaduto, che chieda ragione di un disastro sicuramente evitabile, che pretenda che si individuino i responsabili è logico e giusto. Ma da chi ha incarichi di governo ci si dovrebbe attendere maggior capacità di riflessione prima di lanciarsi in anatemi ed accuse. Prima vanno valutati i fatti, le cause di ciò che successo, poi e solo poi, si traggano le conclusioni e si assumono le decisioni conseguenti. Per quanto gravi possano essere. Abbiamo invece assistito a una gara a chi sparava più in alto. Senza consapevolezza del proprio ruolo. La tragedia di Genova è finita in quella sorta di campagna elettorale permanente che sembra essere l'unica cifra che alcuni ministri ed esponenti politici conoscono. Ed è ancora più grave che questi comportamenti provengano soprattutto da esponenti politici che hanno fatto del no alle grandi opere (compresa la gronda di Gronda di Genova) una delle loro bandiere politiche.
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