Alitalia condannata dal suo immobilismo

Venerdì 2 Giugno 2017
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Caro direttore,
leggo che la Compagnia aerea norvegese low cost Norwegian sta organizzando voli transoceanici verso gli Stati Uniti al modico costo di 180 euro. Si viene a sapere, inoltre, che ben 115.000 candidati si sono prenotati al volo. Nel frattempo la nostra compagnia di bandiera, l'Alitalia, naviga verso un futuro estremamente incerto, o meglio verso un probabile fallimento. La gente si domanda se queste difficoltà derivino da mancanza di lavoro, oppure, come appare evidente, da incapacità di mettere in piedi una seria organizzazione in risposta alle esigenze del mercato. Altre compagnie, come la Ryanair, dimostrano l'assurdità dell'insuccesso italiano, anche se le condizioni del lavoro vanno seriamente valutate.

Viene in mente, al di là della navigazione aerea, le innumerevoli opportunità di lavoro trascurate e storicamente neglette nella nostra bella e straordinaria Italia, Specie nel campo del turismo.


Luigi Floriani
Conegliano


Caro lettore,
la vicenda di Alitalia è emblematica dell'incapacità, di cui è talvolta vittima l'Italia, di sfruttare le proprie risorse. Siamo uno dei paesi a più alta attrattiva turistica del mondo. Eppure, proprio mentre masse enormi di nuovi viaggiatori si affacciano sul mercato, ci ritroviamo con una compagnia aerea che sprofonda nelle perdite invece che generare profitti. Sembra quasi impossibile, eppure siamo riusciti nell'impresa. Ma la crisi di Alitalia è anche un sintomo dell'allergia al cambiamento di cui soffre una parte del nostro sistema economico. Il settore del trasporto aereo in questi anni è mutato vorticosamente. L'avvento delle compagnie low cost ha rivoluzionato le regole del gioco, da ogni punto di vista. In più, sulle tratte di medio raggio, è arrivata la concorrenza dei treni ad alta velocità che per la compagnia di bandiera ha significato perdere il ricchissimo monopolio della Roma-Milano. In un contesto in così rapido cambiamento, Alitalia è stata innanzitutto vittima del proprio immobilismo. Non ha avuto il coraggio di mettersi davvero in discussione. Al proprio interno ha mantenuto un sistema organizzativo e di costi ormai insostenibile, all'esterno non è stata mai capace di sfidare davvero la concorrenza dei nuovi protagonisti del mercato. E i risultati li abbiamo sotto gli occhi. 
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