Pensavano gli aggiungere pezzi rari alla loro collezione di carte Pokèmon e invece sono stati truffati.
Riciclaggio
Dopo la grande popolarità alla fin degli anni ‘90, le carte collezionabili dei Pokèmon hanno oggi una folta schiera di appassionati acquirenti che non esitato a sborsare cifre a quattro zeri per aggiudicarsi le più preziose. C’è un mercato diretto fra collezionisti, che spesso si mettono in contatto tramite i social o piattaforme dedicate. E proprio online è avvenuta la truffa. Le indagini, condotte dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della gdf di Milano, sono partite dalla denuncia presentata dalla società titolare della piattaforma e hanno consentito di individuare la persona che, servendosi di vari account, metteva sistematicamente in prevendita carte da collezione Pokèmon, intascava il denaro pattuito ma non consegnava il materiale. I successivi accertamenti, svolti per ricostruire le transazioni su numerosi rapporti bancari e i contatti sulle utenze telefoniche e internet del sedicente venditore e di suoi collaboratori, hanno permesso di identificare i quattro responsabili, tutti residenti in provincia di Taranto. A carico di uno degli indagati è stata inoltre accertata una serie di azioni artificiose volte a impedire l’identificazione delle somme illecitamente percepite, anche mediante l’impiego di ulteriori persone fisiche e giuridiche interposte nei cui confronti è ipotizzato il reato di riciclaggio.