VICENZA - Si è estinto oltre 24 mila anni fa. Viveva nelle caverne e poteva raggiungere i 3 metri e mezzo di altezza.
Al museo naturalistico archeologico di Vicenza è arrivato un orso. Anzi, il suo scheletro, ricostruito con i resti recuperati nella grotta del Broion a Longare, alle porte del capoluogo. Si tratta di un Ursus spelaeus conservato al museo del dipartimento di studi umanistici “Piero Leonardi” dell'università di Ferrara e prestato alla città del Palladio in occasione della mostra “Orsi & uomini - Una preistoria dei Colli Berici” aperta nel complesso di Santa Corona fino al 30 giugno 2019.
Che nelle cavità del Berici avessero lasciato testimonianza l'Homo neanderthalensis e il Sapiens era noto, ma che si fossero succedute più specie di orso è un dato recente. L'esposizione è arricchita da un reportage fotografico di Silvano Paiola, che documenta la presenza dell'orso della specie Ursus arctos, segnalata in Europa e nelle montagne italiane.
Il 10 ottobre alle 20.30, sempre al museo, prenderà il via un ciclo di conferenze dedicate al territorio e alle sue risorse. Nel primo appuntamento, Marco Peresani parlerà delle ultime ricerche archeologiche condotte sui Berici.
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