La famiglia lo crede morto, lui
richiama dopo 30 anni: «Sono nei guai»

Martedì 2 Febbraio 2016 di Ida Artiaco
Credits: Supplied/New Zeland Herald
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Quando qualche giorno fa l’ha chiamata al telefono, la madre di Francis Edward Strange, Liz Simpson, credeva fosse uno scherzo oppure che si trattasse di un miracolo. Per lei, infatti, il figlio era morto 30 anni fa e riascoltare la sua voce è stato piuttosto strano. Ma non si trattava né di un fantasma né di qualche perditempo: era proprio lui che chiedeva l’aiuto della famiglia per uscire da un grosso pasticcio in cui si è cacciato.

Era il 1990 quando Francis, oggi 57 anni, ha parlato per l’ultima volta con i suoi cari, residenti in Nuova Zelanda. All’epoca viveva a Sydney. Poi, qualche anno dopo, è volato a Tokyo dove ha cominciato a fare l’insegnante di inglese, mai preoccupandosi di fare avere sue notizie alla madre e ai fratelli, che così hanno creduto, per tutto questo tempo, che fosse morto.

Ma quando ci si trova nei guai, si sa, gli unici a cui ci si può rivolgere sono i propri familiari. Così, rischiando una condanna a sette anni di carcere per aver rubato dell’oro in una miniera in Kenya, Francis ha telefonato alla madre per raccontargli la sua disavventura.

«Non potevamo credere alle nostre orecchie – hanno detto la madre e il fratello di Francis al quotidiano New Zeland Herald -. Non lo abbiamo sentito per trent’anni. Abbiamo subito pensato si trattasse di una truffa o di uno scherzo». Ma dopo che l’uomo che era dall’altro lato della cornetta ha risposto ad una serie di domande e fornito dettagli sulla famiglia, i due hanno capito che si trattava proprio di Francis. Il quale ha rivelato che era stato trattenuto in un carcere di Nairobi per sei mesi lo scorso anno con l’accusa di aver rubato oro in una miniera keniota per un valore totale di 579mila dollari.
Ultimo aggiornamento: 15:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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