Gabibbo-Big Red, si riapre la battaglia: «Non fatelo andare in onda». Ma Striscia nega tutto

Venerdì 8 Giugno 2018 di Domenico Zurlo
Gabibbo-Big Red, si riapre la battaglia: «Non fatelo andare in onda». Ma Striscia nega tutto
Plagio, plagio evolutivo o falsità? Si è riaperto il contenzioso, che va avanti ormai da anni, tra il Gabibbo e Big Red, il pupazzo ideato nel 1979 da Ralph Carey e mascotte della Western Kentucky University. Da 16 anni infatti l’ateneo americano porta avanti la sua battaglia legale contro RTI per l’estrema somiglianza tra la loro mascotte e il pupazzo rosso simbolo di Striscia la Notizia.

Ieri è emerso come la Cassazione abbia parzialmente riaperto le ostilità, almeno secondo Alberto Gambino, legale di Carey: «La Cassazione ha rinviato alla Corte di Appello di Milano, da un lato stabilendo che la dichiarazione di Ricci, che aveva detto in un'intervista di essersi ispirato al Big Red, vale come 'confessione stragiudiziale' e dall'altro affermando che, in tema di diritto d'autore, la fattispecie del plagio non è data soltanto dal 'plagio semplice o mero plagio' e dalla 'contraffazione' dell'opera tutelata, ma anche dal cosiddetto 'plagio evolutivo', in sostanza una rielaborazione creativa tuttavia 'abusiva e non autorizzata'
», ha detto Gambino.



STRISCIA: UNA FAKE NEWS Ma questa novità è stata seccamente smentita da Mediaset e Striscia la Notizia, che l'ha definita 
«una fake news», «ricostruzioni fantasiose e per nulla aderenti alla realtà». «Come si evince chiaramente dalla lettura della sentenza, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso principale di Ralph Carey, escludendo il plagio e la contraffazione», si legge in una nota. «L'ordinanza - si legge ancora - ben spiega come il Gabibbo sia un'opera originale e creativa di Antonio Ricci.
La Cassazione ha espresso un mero giudizio di legittimità e di rinvio alla Corte di appello di Milano per ogni decisione nel merito. Affermare quindi che il Gabibbo costituisce un plagio del Big Red è falso e diffamatorio
»

«La Cassazione ha poi rinviato il giudizio alla Corte di appello di Milano perché sia esclusa-esaminata anche l'ipotesi di una mera ispirazione tratta dal Big Red per la creazione del Gabibbo», aggiunge la nota di Striscia. «Ciò considerando un'intervista ironica e paradossale rilasciata da Antonio Ricci a Novella 2000 nella quale, rispondendo a chi gli poneva il quesito sulla primogenitura del pupazzo di neve o sull'origine di un banalissimo blob, con i suoi usuali toni dissacratori sosteneva, tra l'altro, che il Gabibbo era figlio illegittimo dell'omino Michelin e di una ballerina del 'Muppets Show'».



"ECCO DA CHI DISCENDE" «Il Gabibbo aspetta sereno l'ulteriore giudizio della Corte di Appello di Milano, dove l'allora vicedirettore di Novella 2000, autore dell'intervista, potrà finalmente testimoniare. Il Vendicatore rosso è convinto che riuscirà a dimostrare, ancora una volta, la sua totale ragione anche per questa residua parte del giudizio. 'Se c'è un'evoluzione', dice il Gabibbo, 'io sono l'evoluzione del Gerrotorace (gen. Gerrothorax), un anfibio estinto appartenente ai temnospondili, che visse nell'ultima parte del Triassico superiore (210-205 milioni di anni fa)'».


LE TAPPE DELLA VICENDA Nel 2002 la Western Kentucky University aveva fatto causa a Mediaset e a Fininvest chiedendo di non mandare più in onda il Gabibbo perché somigliava troppo al proprio personaggio portafortuna. Nel 2007 il tribunale di Ravenna aveva dichiarato insussistente la lamentata contraffazione di Big Red; giudizio confermato poi nel 2011 dalla Corte d'Appello di Bologna. A gennaio 2017 la prima sezione civile della Cassazione ha rigettato i ricorsi degli americani, ritenendo che Big Red non fosse poi così originale, tanto da non raggiungere «la soglia della creatività minima richiesta per la tutela». Fino all'ultima puntata degli ultimi giorni.
Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 09:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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