Blue Whale arriva in Italia, adescate due bambine a Latina

Giovedì 18 Maggio 2017 di Marco Cusumano
Blue Whale arriva in Italia, adescate due bambine a Latina
Il folle gioco della morte, Blue Whale Challenge, rischia di diventare una minaccia per tutti i bambini e gli adolescenti. Nei giorni scorsi è stato denunciato un tentativo di adescamento che ha coinvolto due bambine che frequentano una scuola elementare di Latina.

Una bambina di 10 anni è stata aggiunta a un gruppo anonimo su Whatsapp dal nome che non lascia spazio a dubbi: Balena Blu. Per fortuna la piccola è stata prudente e ha immediatamente informato i genitori. La mamma ha letto e ascoltato i messaggi presenti nel gruppo, alcuni dei quali vocali, scoprendo una realtà terrificante, molto simile a quanto raccontato nel recente servizio televisivo delle Iene. Il tutor, colui che organizza il gioco e ne detta le regole, aveva già spiegato quali sarebbero state le azioni richieste, quasi tutte di tipo autolesionistico.
Il macabro gioco consiste nel seguire le indicazioni del tutor, una per ogni giorno, fino ad arrivare al giorno numero 50 con l'azione finale: il suicidio che deve avvenire gettandosi dal palazzo più alto della propria città. Molto diffuso in Russia, il Blue Whale è ormai arrivato anche in Italia. In particolare sono in corso delle indagini sul suicidio di un ragazzo livornese che potrebbe essere collegato al gioco, così come raccontato da un suo amico. Purtroppo si sta diffondendo non solo tra gli adolescenti, ma anche tra i bambini più piccoli, come conferma l'episodio delle due bambine di Latina che frequentano l'ultimo anno della scuola elementare.

Il tentativo di adescamento è piuttosto allarmante e ieri la notizia si è diffusa rapidamente in città, rimbalzando anche nei gruppi Whatsapp che raccolgono i genitori di tutte le scuole. Le tracce lasciate dai responsabili dell'adescamento saranno analizzate con la massima attenzione per dare un nome al tutor e anche per capire le modalità con le quali il gioco della morte viene diffuso attraverso i gruppi, ma anche utilizzando i social network più diffusi, a cominciare da Facebook. Il sospetto infatti è che i tutor si moltiplichino come in una sorta di folle emulazione del ventenne russo Philipp Budeikin, arrestato qualche mese fa con l'accusa di essere l'ideatore del macabro gioco e di avere istigato al suicidio almeno 16 adolescenti.

Il bilancio in tutta la Russia sarebbe di 150 giovani vittime, tutte entrate nella spirale mortale del gioco che prevede tagli sulle braccia, visione notturna di filmati con omicidi e suicidi di ogni genere, fino all'ultima prova, il suicidio, documentato con un video sul telefonino che servirà ad alimentare altra folle violenza.

Marco Cusumano
marco.cusumano@ilmessaggero.it
Ultimo aggiornamento: 17:48