Totò Riina deve restare in carcere, senza incertezze

Domenica 11 Giugno 2017
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Caro Gazzettino,
sul dibattito per la libertà del boss mafioso diciamo senza mezzi termini: Totò Riina deve restare in carcere. Non ci dovrebbe essere neppure lo spazio per alcun minimo dubbio, nessuna discussione, nessuna farneticazione. Ora lo Stato deve dimostrare senza tentennamenti se davvero sta dalla parte delle Vittime della criminalità e del Dovere oppure no. Perché a queste ultime non si può solo chiedere e mai dare. Perché la giustizia non può essere ridotta a una parola vuota. Perché ad una scelta irremovibile e pervicace, come è stata quella di Riina per la violenza, non può che rispondere una altrettanto ferma determinazione nel pretendere che si assuma tutte le sue responsabilità. Parliamo di qualcuno che volontariamente e convintamente ha fatto più male di quanto ci si possa attendere da una persona, e pensare che si possa passare sopra a tutto questo solo grazie al trascorrere del tempo è una follia. Nessuno degli Orfani, delle Vedove, o di ogni singolo italiano che ha subito la bestialità di Riina potrà mai accettarlo. Se questo delinquente senza un briciolo di coscienza lascerà il carcere sapremo senza ombra di dubbio che lo Stato non sta con le Vittime se non a chiacchiere durante le parate di commemorazione.

Il Tribunale ha più volte respinto la richiesta di Riina ma stavolta la Suprema corte ha evidenziato che "il diritto a morire dignitosamente" va assicurato ad ogni detenuto, tanto più che, hanno poi rilevato i giudici, fermo restando lo "spessore criminale" va verificato se Totò Riina possa ancora considerarsi pericoloso vista l'età avanzata e le gravi condizioni di salute. “E il diritto delle Vittime a vedere rispettato il loro sacrificio ? E il diritto di Orfani, Vedove, famiglie a vedere rispettato il loro dolore? E il diritto di tutti a un briciolo di sacrosanto impegno per non calpestare ancora più brutalmente la loro e la nostra dignità? E il diritto degli italiani a ottenere una parvenza di giustizia? Basta ipocrisie. Fervicredo non dovrebbe neppure esistere in un Paese che avesse pieno, profondo e totale rispetto per i suoi Servitori che si sono sacrificati per gli altri. Invece siamo costretti a combattere giornalmente per tutelarne i diritti e per ottenere quel minimo di aiuto, rispetto e solidarietà che gli è dovuta. Ma arrivare a dover anche protestare perché si potrebbe scarcerare una belva che ha distrutto senza pietà vite e storie e corpi di tutti indistintamente, dai bambini agli adulti, è davvero oltraggioso e vergognoso. Non possiamo neppure immaginare di trovarci davvero ad affrontare l’incubo di un Riina che varca la cella del carcere lasciandosela alle spalle, strizzando l’occhio ai suoi eterni compari mafiosi e sputando sopra alle tombe di tanti eroi che per noi rappresentano tutto ciò che conta”.

Mirko Schio - Fervicredo Ass. onlus per i Feriti e vittime del Dovere - Venezia
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