Video hard alla Roma, la dipendente licenziata: «Sono l'unica vittima. Al calciatore che ha rubato quel filmato nemmeno una sanzione»

«Nemmeno una parola è stata pronunciata contro chi ha rubato la mia immagine»

Sabato 16 Marzo 2024 di Alessia Marani
Licenziata dalla Roma per il video hot, parla la ragazza: «Mi accusano di complotto, ma sono l'unica vittima». E denuncerà il furto

«L’unica vittima sono io, invece qui sembra che sia l’artefice di chissà quale complotto, mentre su quanto ha fatto quel ragazzo che ha rubato e diffuso la mia immagine, un video strettamente privato, nemmeno una parola». La giovane donna, ex dipendente del centro sportivo di Trigoria in cui si allenano la Roma e le sue giovanili, licenziata dalla società giallorossa insieme con il fidanzato proprio a causa di quel video hard, affida il suo sfogo all’avvocato Francesco Bronzini che segue la sua vicenda dopo l’interessamento della Filcams Cgil che ha impugnato il provvedimento davanti al giudice del lavoro. 

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La ragazza, una trentenne, è molto scossa, non si aspettava una simile bufera.

Giura di avere capito degli strani sorrisini e ammiccamenti intercettati tra i corridoi e i viali dell’impianto sportivo solo dopo avere saputo - dalla stessa società in un colloquio a settembre, prima del licenziamento avvenuto a novembre - del furto e del video incriminato rimbalzato nelle chat dei giocatori. Per mesi non l’aveva nemmeno sospettato. Quel video, secondo la As Roma che, ieri, sulla vicenda si è espressa con un comunicato ufficiale, ha decretato «l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo» poiché contrario al «codice etico della società» e contenente un audio che fa riferimento a «una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative». 

«SOLO UN PRETESTO»
Niente di tutto ciò secondo la difesa della coppia che ipotizza che il video possa essere stato solo un pretesto per fare rientrare anche il loro licenziamento in una serie di altri tagli effettuati al personale. Tanto più che nella lettera di licenziamento della “trattativa” non c’è traccia. Ma farebbe riferimento solo alla circostanza di «un video che inconfondibilmente la ritrae in rapporti sessuali».

«È sconcertante - afferma l’avvocato Bronzini - che né all’epoca né a oggi, nemmeno con una menzione nel comunicato, siano stati adottati provvedimenti o sanzioni contro chi ha rubato quelle immagini. Immagini, bisogna ribadirlo, private a tutti gli effetti e che non sono state girate neppure all’interno della sede lavorativa della ragazza e del suo fidanzato, ma in un luogo esterno». Insomma, il video non avrebbe nulla a che fare con l’impianto sportivo. Sebbene la società sottolinei che a determinare la decisione di allontanare la donna e l’uomo da Trigoria abbia influito il fatto che lei fosse a stretto contatto con i minorenni. La donna, tuttavia, è convinta di essere stata vittima di «discriminazione» e di avere subito un licenziamento «illegittimo». Proprio perché c’erano di mezzo dei minorenni avrebbe evitato di sporgere subito una denuncia confidando che la società avrebbe ritirato i licenziamenti e che sarebbe stata fatta giustizia a favore dei due lavoratori. Riservandosi di farlo ora.

«Di fatto ci troviamo di fronte a un licenziamento che non sarebbe mai avvenuto se quel video del tutto privato non fosse stato rubato», incalza la difesa. Non solo. Le parole dette nell’intimità («ma non si sentiva praticamente nulla di audio») lasciano, inoltre, il tempo che trovano. «Omettendo ogni valutazione sull’azione del calciatore si attacca nuovamente la vittima della vicenda», incalza lo studio legale. Per la Filcams l’augurio è che «non si attenda l’esito di un processo per fare il necessario passo indietro rispetto a licenziamenti ingiusti».

Ultimo aggiornamento: 15:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA