Personale di volo, piloti e assistenti, massicciamente schierati per il no. Dipendenti impegnati a terra orientati invece per il sì, ma in proporzione meno schiacciante. E il risultato alla fine è stato conseguente: ha vinto il no all'accordo per il rilancio di Alitalia, sottoscritto dai sindacati confederali, Ugl e Anpac. Dunque una risposta negativa di cui si è avuta certezza in tarda serata, quando è stata superata la metà delle schede scrutinate e il no ha raggiunto i 5.140 voti che rappresentavano il 50%.
Così, dopo 70 anni di attività, caratterizzati negli ultimi due decenni da una serie di salvataggi tentati e non riusciti, la compagnia di bandiera pare arrivata a fine corsa, a meno di clamorosi ripensamenti da parte del governo che alla vigilia aveva escluso soluzioni alternative al piano da due miliardi faticosamente messo a punto.
Dopo che i risultati saranno stati ufficializzati arriverà quindi un commissario straordinario con il compito di proseguire per il momento l'attività ma anche di vendere al miglior offerente i vari asset aziendali, dalle rotte agli aerei. Dunque in assenza di un acquirente interessato a rilevare l'intera società la prospettiva è quella di uno spezzatino a cui seguirebbero la liquidazione e gli ammortizzatori sociali per il personale non riassorbito.
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