Blitz antiterrorismo, 14 arresti: jihadisti finanziati col traffico dei migranti. Due milioni dall'Italia ad Al-Nusra​

Giovedì 10 Maggio 2018
Blitz antiterrorismo, 14 arresti: jihadisti finanziati col traffico dei migranti. Due milioni dall'Italia ad Al-Nusra
10

Quattordici arresti e bloccato un flusso di denaro che aveva già portato due milioni di euro verso organizzazzioni terroristiche in Siria:  un'operazione in più regioni e coordinata dalla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo,  condotta dalla Polizia e dalla Guardia di Finanza, ha portato all'emissione di 14 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di persone sospettati di far parte di una rete di supporto alle formazioni combattenti di matrice integralista islamica operanti in Siria.
 


Gli uomini della Polizia e della Gdf hanno eseguito una ventina di perquisizioni in tutta Italia. I dettagli dell'operazione sono stati resi noti in una conferenza stampa nella sede della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo a Roma alla presenza del procuratore Federico Cafiero de Raho, dei procuratori di Brescia e Cagliari e dei responsabili antiterrorismo di Polizia e Guardia di Finanza.

Sono due le cellule legate all'organizzazione qaedista siriana Jahbat Al Nusra e sgominate nell'operazione antiterrorismo di Polizia e Guardia di Finanza che ha portato all'arresto di diverse persone e ad una ventina di perquisizioni tra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Sardegna. Secondo quanto accertato dagli investigatori, le due cellule, che operavano in Sardegna e Lombardia, erano autonome ma avevano un punto di contatto: un soggetto che aveva rapporti con entrambi i gruppi.

L'operazione è scattata al termine di due distinte indagini, coordinate dalla Procura nazionale: una condotta dagli uomini dello Scico e della Guardia di Finanza di Brescia, l'altra dal Servizio contrasto al terrorismo esterno dell'Antiterrorismo della Polizia. Il lavoro degli uomini delle Fiamme Gialle ha consentito di scoprire un'associazione a delinquere composta da 10 siriani e finalizzata al riciclaggio e all'abusiva attività di erogazione dei servizi di pagamento in diversi paesi, europei e non: oltre all'Italia, la Svezia, l'Ungheria e la Turchia. Per due di loro, inoltre, è scattata la contestazione di finanziamento al terrorismo: avrebbero raccolto fondi all'interno delle comunità islamiche per poi inviarli in Siria per il sostentamento dei gruppi terroristici. L'indagine della Polizia ha invece portato la Digos di Sassari all'individuazione di 4 militanti siriani e marocchini che facevano parte dell'altra cellula di supporto a Jabhat al Nusra. Le accuse ipotizzate nei loro confronti sono associazione con finalità di terrorismo, finanziamento del terrorismo e intermediazione finanziaria abusiva.


Vorticoso giro di denaro. Un «vorticoso flusso di denaro riconducibile alle movimentazioni Hawala», è stato registrato nel corso delle indagini che hanno portato all'operazione antiterrorismo di oggi, con un importo accertato «superiore ai 2 milioni di euro», che «veniva utilizzato anche per l'effettuazione di attività di riciclaggio oltreché per il finanziamento di gruppi terroristici vicini alla organizzazione Al-Nusra. Secondo quanto reso noto dalla Guardia di Finanza, in alcune intercettazioni, sono emerse circostanze relative alla presenza di uominì dell'organizzazione nelle zone caldè della Siria per l'effettuazione dei richiesti trasferimenti di denaro a favore di ribelli antigovernativi contigui ad ambienti terroristici. Era stata creata una »consolidata rete di money transfer illegali, attraverso i quali veniva garantito un canale sicuro per il riciclaggio del danaro, derivante da diverse attività illecite, in diversi Paesi dell'Ue ed extraeuropei, nonché per raccogliere fondi destinati ad alimentare organizzazioni terroristiche operanti in Medio Oriente, spiega la Gdf.

Personaggio di spicco dell'organizzazione è risultato Anwar Daadoue alias «Abou Murad», stanziato in Svezia nella città di Norrköping, il quale, come emerso anche nell'ambito di una specifica attività rogatoriale attivata con il Regno di Svezia, gestiva l'attività di trasferimento - al di fuori del sistema bancario - di ingenti somme di denaro contante. L'uomo era coadiuvato in questa attività da Subhi Chdid detto «Abou Alì» - domiciliato in Turchia - unitamente al fratello Hamoud Chdid e Abdulrahman Abou Daher.

In tale contesto investigativo, il Servizio Centrale I.C.O. ha inoltre avviato un'operazione speciale «sotto copertura», in collaborazione con i Servizi di Sicurezza nazionali (AISI), che ha permesso di avvicinare un importante membro dell'organizzazione criminale, Chaddad Ayoub, acquisendone la fiducia e consentendo di impossessarsi di importanti notizie relative al suo ruolo di deputato, per conto dell'organizzazione investigata, alla raccolta del denaro ed alla sua «movimentazione» per le attività di finanziamento al terrorismo internazionale, provando anche i suoi trascorsi di foreign fighter ed i suoi collegamenti con combattenti attualmente impegnati nel conflitto siriano tra le schiere di fazioni islamiste antigovernative In sintesi, era stata creata una consolidata rete di money transfer illegali, attraverso i quali veniva garantito un canale sicuro per il riciclaggio del danaro, derivante da diverse attività illecite, in diversi Paesi dell'Unione Europea ed extraeuropei, nonché per raccogliere fondi destinati ad alimentare organizzazioni terroristiche operanti in Medio Oriente.

L'operazione, di conseguenza, ha di fatto disarticolato un'organizzazione criminale di matrice siriana che si era radicata in Italia, ma godeva di ramificazioni diversi Paesi, in grado di creare uno stabile reticolo di connivenze idoneo ad assicurare la capacità di garantire lo spostamento di ingenti importi in contanti, completamente al di fuori dei canali legali, che sono soggetti alla vigilanza antiriciclaggio.


Il ministro dell'interno, Marco Minniti: «Questa operazione costituisce un altro importante tassello delle azioni di prevenzione e contrasto al terrorismo internazionale che si sono sviluppate in questi mesi nel nostro Paese.
Quella di oggi è il risultato di un'attività investigativa a 360 gradi che ha consentito di svelare e neutralizzare strutture potenzialmente ostili».

Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci