Terremoto, Renzi a Camerino: «Italia messa a dura prova, ma siamo più forti»

Giovedì 27 Ottobre 2016
Terremoto, Renzi a Camerino: «Italia messa a dura prova, ma siamo più forti»
«Il terremoto ci sta mettendo a dura prova, ma l'Italia è più forte e ce la faremo». Davanti alle macerie del campanile di Santa Maria in Via a Camerino, che aveva resistito al sisma del 1997 ed invece ieri sera è venuto giù trascinandosi appresso un'abitazione, Matteo Renzi usa parole forti per promettere ancora una volta che il governo, e il paese intero, non si dimenticheranno di questa gente una volta che si saranno spente le telecamere. La decisione di fare un sopralluogo nelle aree colpite dal terremoto, il premier l'aveva presa già la scorsa notte. E la scelta di Camerino ha un duplice significato. Esprimere vicinanza alla gente, ma anche una nuova solidarietà alle popolazioni colpite il 24 agosto, che non vanno dimenticate. «Perché se voi avete avuto danni loro hanno avuto anche i morti». E per ribadire che nessuno sarà escluso, Renzi infatti annuncia proprio qui che si sta ragionando ad un emendamento per fare in modo che rientrino tra i comuni inseriti nel cratere del sisma del 24 agosto anche quelli, tra cui proprio Camerino, che erano rimasti fuori. Ecco perché chiede al Parlamento, «nel pieno rispetto dei ruoli di ciascuno», di convertire «più velocemente possibile il decreto sul terremoto». Perché è lì che «ci sono le risorse e gli strumenti per mettersi a lavorare». E, dunque, per «ricostruire presto e in modo serio». Lo ribadisce anche al sindaco e ai cittadini nella riunione nella sede del comitato operativo comunale: «vorrei rassicurarsi sulla centralità di questo e degli altri comuni, cercheremo di ripetere qui il meccanismo virtuoso messo in campo per Amatrice ed Arquata». Con una differenza sostanziale: in questo caso non ci saranno tendopoli.

Realizzare i campi a novembre, in una zona di montagna come questa dove la temperatura può arrivare a parecchi gradi sotto lo zero e tra meno di un mese potrebbe esserci già la neve, sarebbe una follia.
Renzi lo sa bene ed infatti lo dice chiaramente: «non possiamo immaginare un inverno in tenda». Dunque gli sfollati andranno negli alberghi, al massimo entro qualche giorno. Alla gente di Camerino interessa sopratutto sapere dell'università: glielo ricorda il sindaco, «è più importante delle case», il rettore, i ragazzi e la gente comune che sa bene come senza studenti la città sia destinata ad una morte neanche troppo lenta. In molti hanno la maglietta 'Unicam' con l'hashtag #ilfuturononcrolla. Due le regalano anche al premier. «Non molleremo questa gente e quella degli altri comuni, dobbiamo riaprire subito l'università» ripete a tutti quanti. La gente lo ascolta, alcuni vanno a stringergli la mano, un signore anziano gli urla contro che 20 anni fa qualcuno l'ha lasciato nei container. «Io sono vecchio e rincoglionito - lo blocca un altro - avete fatto delle promesse, mantenetele, non fate morire queste zone. Noi non piangiamo, siamo gente di montagna, ma voi non dimenticate quello che avete promesso». Renzi annuisce e ripete, «non vi lasceremo soli». Lo sa, il premier, che non è solo sul referendum che si gioca il suo futuro politico.
Ultimo aggiornamento: 19:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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