Superbonus, ok al decreto, ma c'è una falla nel testo: chi rischia le multe e di dover restituire i soldi. Infissi al 75%, cosa potrebbe succedere in aprile

Lo “scudo” dalle verifiche non copre tutti i contribuenti. Sul bonus finestre e barriere architettoniche qualche speranza in aprile, ma sempre con forti limitazioni

Mercoledì 31 Gennaio 2024 di Giacomo Andreoli
Alcuni operai in un cantiere con i lavori finanziati dal Superbonus 110%

Via libera al decreto Superbonus alla Camera. L'ok di Montecitorio è arrivato con 140 sì, 92 no e 15 astenuti e il provvedimento ora passa al Senato, ma non ci saranno ulteriori modifiche. Il governo ha blindato ancora una volta il testo Superbonus,  dopo aver già stretto le maglie in Commissione Finanze impedendo ai deputati del centrodestra di presentare modifiche e dando parere negativo a tutti gli emendamenti delle opposizioni. Nel testo, però, c'è una falla: lo “scudo” dalle verifiche non copre tutti i contribuenti. Viene poi fortemente limitato il bonus barriere architettoniche al 75%, anche se ad aprile potrebbero esserci delle novità.

Vediamo cosa cambia per chi vuole fare lavori in casa o chi li sta già portando avanti da tempo.

Efficientamento energetico edifici, conviene ancora cambiare gli infissi di casa

Il via libera al decreto Superbonus

Il decreto, approvato a fine anno dal consiglio dei ministri, salva i lavori col 110% certificati entro il 31 dicembre e prevede, tra l'altro, un aiuto per i redditi bassi, limitando gli interventi con il bonus barriere architettoniche per evitarne l'uso improprio. Per il governo e i deputati del centrodestra, alla luce delle coperture previste, «non si poteva fare di più». Del resto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti sul punto era stato chiaro: la priorità è «l'equilibrio dei conti pubblici». I deputati del centrosinistra hanno aspramente criticato il provvedimento non solo per il contenuto in sé, ma anche perché non sono state recepite le richieste di prorogare l'agevolazione fiscale per alcuni casi di «reale fragilità» come quelli di chi ha avuto gli immobili danneggiati da catastrofi, alluvioni o incendi.

​Superbonus 110, proroga per chi ha effettuato il 70% dei lavori e nuova fascia di reddito: la proposta

La "falla nel testo": cosa significa e chi colpisce

Tornando alla "falla", lo “scudo” dagli accertamenti fiscali per chi non completerà i lavori avviati con il Superbonus non coprirà tutti i contribuenti. A poterne usufruire saranno soltanto coloro che hanno utilizzato lo sconto in fattura. Chi, invece, ha utilizzato il 110% attraverso il canale “ordinario” della detrazione dalle proprie imposte, sarà costretto a restituire i soldi ricevuti (più le sanzioni e gli interessi) nel caso in cui non terminasse i lavori di efficientamento energetico della propria abitazione e non riuscisse ad ottenere un miglioramento di almeno due classi.

La norma sullo scudo dagli accertamenti è l’unico assist concreto inserito nel provvedimento approvato alla fine dello scorso anno dal governo. La decisione era stata presa per evitare ai contribuenti onesti la beffa di trovarsi l’Agenzia delle Entrate a chiedere indietro le somme per i lavori già effettuati, oltre al danno di non aver potuto concludere i cantieri per lo stop definitivo alla maxi agevolazione fiscale deciso dal governo. Questa “copertura” ora resterà valida soltanto per chi ha utilizzato lo sconto in fattura per effettuare i lavori, mentre lascerà fuori, come detto, i contribuenti che hanno deciso di scaricare dalle proprie tasse anno per anno le quote del bonus 110%. 

Superbonus, falla nel decreto: lo “scudo” dalle verifiche non copre tutti i contribuenti

Tutte le novità del decreto sui bonus casa

Il decreto Superbonus salverà così i lavori col 110% certificati solo entro il 31 dicembre 2023. E ancora: prevede un aiuto ancora da quantificare (si attende un apposito decreto entro fine febbraio) per i redditi fino a 15mila euro e limita gli interventi col bonus barriere architettoniche per «evitarne l’uso improprio». Non abbastanza per le associazioni di categoria che, dall’Ance a Confedilizia, avevano chiesto una proroga o almeno un Sal straordinario per salvare i 40mila cantieri condominiali incompiuti (per un valore stimato in 28 miliardi).

Si era pensato di concedere almeno altri 60 giorni a chi a fine dicembre aveva raggiunto circa il 70% dei lavori. Per superare lo scoglio Giorgetti, Fratelli d’Italia puntava a ridurre l’aliquota di sconto sui mesi rimanenti nel 2024 al 60%. Altrimenti l’obiettivo era almeno estendere il 110%, per tutto il 2025, alle famiglie alluvionate o quelle con figli disabili gravi, oppure ad alzare a 25mila euro il tetto di reddito per avere ancora il 110%.

Questi interventi avevano un costo limitato (da qualche decina o centinaio di milioni al massimo), così come l’intervento sulle assicurazioni per la ricostruzione post-sisma, ma il Mef ha chiuso la trattativa. Ciò «non significa - ha però aggiunto la sottosegretaria all’Economia, Lucia Albano - che non si tenga conto di tutte le istanze nei prossimi mesi». Tra queste potrebbe trovare spazio il ritorno di infissi, serramenti, porte e pavimenti nel bonus barriere architettoniche al 75%, tutelando chi non ha terminato i lavori.

Per ora, però, il decreto ha limitato gli interventi scontati al 75% a quelli che riguardano scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici. Con una stretta, tranne per disabili, meno abbienti e chi ha già avviato i lavori, su cessione del credito e sconto in fattura. Per gli infissi rimangono così solo l’Ecobonus e il bonus ristrutturazione (al massimo al 65% e solo in presenza di altri interventi).

Superbonus 110, come sarà? Ecco i lavori che si salvano. Ma salta l’incentivo infissi al 75%

Gli spiragli per il bonus finestre al 75%

Ma ad aprire qualche spiraglio sul bonus barriere architettoniche è stato ieri un ordine del giorno approvato dal governo. Il testo ha la prima firma di Guerino Testa, il deputato di Fratelli d'Italia che si era speso per tutelare settori del Made in Italy come quello di serramenti e infissi, con 50mila posatori, 40mila rivenditori e decine di migliaia di produttori di legno e alluminio. Evitando possibili contenziosi con lo Stato da centinaia di migliaia di euro per i lavori iniziati e non conclusi, visto lo stop ai vecchi bonus.

«Siamo felici - ha spiegato in una nota assieme ai colleghi Saverio Congedo e Mariangela Matera - che il governo, accogliendo il nostro ordine del giorno, si sia impegnato a valutare l'opportunità di facilitare ulteriormente le famiglie, dove è presente una persona con disabilità grave, nell'effettuare interventi edilizi per abbattere le barriere architettoniche nelle proprie abitazioni». Fonti di maggioranza fanno sapere a Il Messaggero che ad inizio aprile si aprirà una nuova interlocuzione con il Mef, per cercare risorse tali da estendere il range degli interventi del bonus barriere architettoniche, facendo rientrare ad esempio finestre e serramenti, se nella famiglia che fa i lavori c'è un disabile grave.

Pensioni, un super bonus per chi lascia il lavoro a 71 anni. Ecco come potrebbe funzionare

Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 13:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci