Guerra delle spie, Europa e Usa espellono diplomatici russi. Due via anche dall'Italia

Lunedì 26 Marzo 2018
Guerra delle spie, Europa e Usa espellono diplomatici russi. Due via anche dall'Italia
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Europa e Stati Uniti espellono decine di diplomatici russi. Una raffica di nuove sanzioni prese a livello bilaterale da una nutrita pattuglia di paesi europei e dagli  americani nei confronti di Mosca per rispondere alla sfida lanciata con l'attentato al gas nervino contro l'ex spia russa Serghei Skripal avvenuto a Salisbury in Gran Bretagna. E questo nonostante la linea diretta che il presidente Usa Donald Trump ha con il suo collega Vladimir Putin, al quale, a differenza di altri leader occidentali, ha fatto le sue più sentite congratulazioni per la rielezione. Washington ha ordinato l'espulsione di 60 diplomatici russi e la chiusura del consolato russo di Seattle.

IN ITALIA
 
L'Italia ha cacciato due diplomatici russi. «A seguito delle conclusioni adottate dal Consiglio Europeo del 22 e 23 marzo scorso, in segno di solidarietà con il Regno Unito e in coordinamento con partner europei e alleati Nato - si legge in una nota della Farnesina - il ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale ha notificato oggi la decisione di espellere dal territorio italiano entro una settimana due funzionari dell'Ambasciata della Federazione Russa a Roma accreditati in lista diplomatica». Sono 67 i diplomatici della Federazione russa presenti in Italia, secondo quanto riportato sul Cerimoniale diplomatico della Repubblica, pubblicato sul sito della Farnesina e aggiornato al 23 marzo di quest'anno.

Sul territorio italiano, la missione diplomatica russa, in base ai dati presenti sul sito dell'ambasciata, si articola nell'ambasciata e nel consolato di Roma e nei consolati di Milano, Palermo e Genova. Sono inoltre presenti consolati onorari a Firenze, Ancona, Venezia, Verona, Udine, Napoli e Messina.

EUROPA E NON SOLO
Anche Germania, Francia, Lituania e Polonia hanno annunciato l'espulsione di quattro diplomatici russi ciascuno. Due le espulsioni decise dalla Danimarca, altrettante dall'Olanda e dall'Albania. L'Ucraina ha deciso di espellere 13 diplomatici russi. La Svezia ha annunciato l'espulsione di un diplomatico di Mosca. L'Estonia ha deciso di espellere l'attaché militare dell'ambasciata russa: «Le sue azioni non sono in linea con la Convenzione di Vienna sulla diplomazia».  La Polonia ha arrestato una presunta spia russa, Marek W., un funzionario pubblico impiegato in uno dei ministeri incaricati degli affari economici, tra cui quello dell'energia. Marek W. è sospettato di collaborare con i servizi segreti della Federazione Russa ed è accusato di partecipazione alle attività di un servizio di intelligence straniero contro la Repubblica di Polonia. La corte ha aderito alla richiesta del pubblico ministero di arrestare Marek W. per tre mesi. Il governo belga prenderà in esame l'eventualità di espellere diplomatici russi, domani, nell'ambito di una consiglio dei ministri ristretto.

«Come seguito» di quanto deciso al vertice Ue della settimana scorsa, in risposta all'attacco di Salisbury «oggi già 14 Stati membri hanno deciso di espellere diplomatici russi», ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, spiegando che «altre espulsioni non sono da escludere nei prossimi giorni e settimane». «Restiamo critici nei confronti delle azioni» di Mosca, ma nonostante questo, «oggi noi europei, assieme ai russi, piangiamo le vittime del tragico rogo nella Siberia occidentale», ha aggiunto Tusk, che oggi si trova a Varna (Bulgaria), assieme al presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker per un vertice col presidente turco Erdogan. Le espulsioni sono avvenute dopo la decisione collegiale - e senza precedenti - presa dai leader Ue di richiamare per consultazioni l'ambasciatore dell'Unione in Russia, il tedesco Markus Ederer. 

Le 60 espulsioni decise dagli Stati Uniti riguardano invece 12 diplomatici russi operanti all'Onu a New York e 48 dipendenti dell'ambasciata a Washington. «Trump ha ordinato l'espulsione di decine di membri dell'intelligence russa dagli Stati Uniti e la chiusura del consolato di Seattle per la sua vicinanza a una delle nostre basi sottomarine e alla Boeing», annuncia la Casa Bianca con una nota. «Gli Stati Uniti intraprendono questa azione in accordo, con i nostri alleati della Nato e con i partner nel mondo, in risposta all'uso di un'arma chimica di tipo militare sul suolo del Regno Unito, l'ultima attività nel modello destabilizzante in tutto il mondo».

«Le azioni odierne rendono gli Stati Uniti più sicuri riducendo la capacità della Russia di spiare gli americani e condurre operazioni sotto copertura che minacciano la sicurezza nazionale americana», si legge ancora nella nota. «Con questi passi, gli Stati Uniti, i nostri alleati e i partner chiariscono alla Russia che le sue azioni hanno conseguenze. Gli Stati Uniti restano pronti a cooperare per costruire una relazione migliore con la Russia, ma questo può accadere solo con un cambiamento nella linea del governo russo», prosegue la Casa Bianca, secondo la quale la sede diplomatica è «stata utilizzata come una base fondamentale per le operazioni d'intelligence della Russia».

LA RISPOSTA DI MOSCA
Il Cremlino si è detto «dispiaciuto» per la decisione presa da alcuni paesi di espellere i diplomatici russi in solidarietà con Londra ma seguiranno misure «speculari di rappresaglia». Lo ha detto il portavoce di Putin Dmitri Peskov citato dalla Tass. «Il Cremlino studierà ora la situazione: il ministero degli Esteri sottoporrà le sue proposte più avanti». Mosca continua ad accusare Londra di fomentare artificiosamente la protesta dei partner europei. Londra, dice il ministero degli Esteri, sul caso Skripal ha assunto una posizione «ipocrita e zeppa di pregiudizi». «Gli alleati di Londra non hanno a disposizione informazioni complete e seguono ciecamente il principio dell'unità euro-atlantica a spese del buon senso, delle buone norme di dialogo interstatale e del diritto internazionale». 

LONDRA ESULTA
Ma al di là dello scambio di accuse tra Russia e Gran Bretagna, è sotto gli occhi di tutti come, grazie al caso dell'ex spia Serghei Skripal, Theresa May, sempre più in difficoltà sul fronte Brexit, sia riuscita a disinnescare momentaneamente l'opposizione interna e a riconquistare il sostegno dei partner Ue. Il governo britannico, dal ministro degli Esteri Boris Johnson a quello della Difesa Gavin Williamson, esulta. In particolare Johnson twitta: «La straordinaria risposta internazionale dei nostri alleati rappresenta la più grande espulsione collettiva di agenti dell'intelligence russa nella storia e ci aiuterà a difendere la nostra sicurezza. La Russia non può violare impunemente le norme internazionali».


LA LISTA
Sono 15 in totale i paesi dell'Unione europea che hanno deciso di espellere diplomatici russi in una risposta coordinata all'avvelenamento, attribuito dalla Gran Bretagna alla Russia, di Sergei Skripal e della figlia Yulia.

Gli Stati Uniti hanno annunciato l'espulsione di 60 diplomatici (46 dall'ambasciata a Washington, due dal consolato a New York e 12 dalla rappresentanza presso le Nazioni Unite a New York) e la chiusura del consolato a Seattle.

Il Canada manda via quattro diplomatici e l'Ucraina 13.

Di seguito l'elenco dei paesi Ue:
Francia, Germania, Polonia, 4
Repubblica Ceca e Lituania, 3
Italia, Olanda, Danimarca, Spagna, 2
Estonia, Lettonia, Svezia, Romania, Finlandia, Croazia 1

La Gran bretagna aveva ordinato l'espulsione di 23 diplomatici russi.

Ultimo aggiornamento: 27 Marzo, 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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