Sgomberi, il Viminale accelera: via alla mappatura degli edifici occupati

Lunedì 28 Agosto 2017 di Valentina Errante
Sgomberi, il Viminale accelera: via alla mappatura degli edifici occupati
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L'incontro tecnico per la definizione della circolare sugli sgomberi è previsto per questa mattina al Viminale. E se il ministero dell'Interno intende definire ancor meglio le regole per evitare situazioni estreme come quella di via Curtatone, dall'altra parte accelera per rendere operativo un piano capillare: il passo successivo sarà un incontro con i prefetti. L'obiettivo è mappare tutti gli edifici occupati, cercando di stabilire tempi e modalità di intervento dopo avere individuato soluzioni alternative. Una mossa con la quale il Viminale fuga ogni dubbio di illegittimità del provvedimento e i sospetti di un passo indietro rispetto a una questione tanto spinosa.

GLI OBIETTIVI
La direttiva Minniti punterà a responsabilizzare ulteriormente gli enti locali, prevedendo anche il coinvolgimento della Croce rossa e delle associazioni di volontariato. E il Viminale prende in considerazione la possibilità di utilizzare anche i beni confiscati alla criminalità e già a disposizione dello Stato per porre rimedio all'emergenza alloggiativa, ma non è esclusa lipotesi di requisire gli immobili, se non arriveranno risposte concrete da parte dei sindaci.
Le linee guida saranno una costola del cosiddetto pacchetto Minniti-Orlando sul decoro e la sicurezza urbana che detta già le regole sugli sgomberi, delegando a sindaci e prefetti ampi poteri. L'obiettivo è responsabilizzare i soggetti coinvolti, in modo da accelerare i tempi e conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle delle famiglie più esposte, ma anche i diritti dei proprietari degli stabili, evitando sgomberi manu militari in assenza di soluzioni alternative. La legge dello scorso aprile prevede che sia il prefetto, sentito il comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, a impartire direttive e disposizioni sugli sgomberi, in modo da prevenire il pericolo di possibili turbative per l'ordine pubblico, ma verificando anche che i livelli assistenziali per le cosiddette categorie fragili - malati, minori e anziani - siano assicurati da regioni ed enti locali. Proprio il sindaco - stabilisce il testo - in presenza di persone minorenni o meritevoli di tutela, può dare disposizioni in deroga a quanto previsto nel testo «a tutela delle condizioni igienico sanitarie». Da questo punto di vista un ruolo di primo piano sarà svolto dalle associazioni di volontariato.

LE EMERGENZE
Il tema migranti sarà solo uno dei punti all'ordine del giorno all'interno di una più ampia discussione sugli edifici occupati e sulle linee guida, perché in realtà le occupazioni non riguardano solamente gli stranieri. Il panorama delle case e degli stabili abitati in modo abusivo riguarda anche edifici e aree in cui si sono insediati cittadini italiani, centri sociali, comunità nomadi. Le aree più calde, anche da un punto di vista numerico, sono censite dalle prefetture e riguardano le grandi città: Roma, Milano, Napoli (dove c'è soprattutto un problema legato a occupazioni dei rom), Torino, Bologna.

I BENI DELLA CRIMINALITÀ
Per conciliare le esigenze di ordine pubblico, i diritti della persone e quelli dei proprietari degli immobili, il Viminale prende anche in considerazione l'ipotesi di utilizzare l'enorme patrimonio sottratto alle mafie. I dati dell'Agenzia dei beni confiscati, fermi al 2015, parlano di 17mila immobili, di cui solo novemila sono stati assegnati. L'ultima stima della Cgil ha portato il conto degli stabili a 20mila. Lo stesso Minniti, a giugno, parlando in Antimafia, aveva sottolineato l'esigenza di un'Agenzia nuova per non disperdere e impiegare al meglio l'enorme valore di questo patrimonio. Un passaggio affidato alla riforma del Codice antimafia, che, attualmente, pende alla Camera. Una misura già attuata in alcuni comuni per far fronte all'emergenza alloggiativa. Nel 2015, il ministero delle Infrastrutture aveva stanziato 18 milioni di euro per un triennio. Ed è proprio questo il punto chiave su cui insiste l'Anci: «La strada è positiva - commenta il presidente Antonio Decaro - ma va accompagnata da un fondo» perché «non potendo incidere sulla leva fiscale, né avere maggiori trasferimenti dallo Stato, la spesa dei Comuni è cristallizzata». Quindi «servono soldi per effettuare i lavori di ristrutturazione e rendere abitabili gli immobili che, altrimenti, non si possono assegnare». Anche l'iter deve essere rapido. Come quello dell'Agenzia del demanio per l'utilizzo degli immobili pubblici per l'emergenza abitativa, che, ricorda Decaro, è stato snellito due anni fa.

 

Ultimo aggiornamento: 17:51

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